In un pollaio nasce una famiglia allargata grazie a due cocincine dal forte istinto materno

Gli animali sanno sempre insegnarti qualcosa. Basta osservarli. Mi è capitata una cosa alla quale non so dare una spiegazione. Di solito ho una risposta, perché ho esperienza e sono appassionata del comportamento degli animali e delle relazioni che instaurano con l’uomo, ma questa volta chiedo aiuto a tutti voi che leggete Amici Bestiali.

 

A novembre mi hanno regalato due cocincine nane, galline di piccola taglia, dal piumaggio morbido e abbondante, molto affettuose, ottime madri. Nel momento in cui hanno deciso di covare, ho inserito alcune uova di indian runner. Oche, che per l’alta selezione fatta dall’uomo, hanno completamento perso l’istinto di cova. Dopo 28 giorni sono nati gli anatroccoli.

 

Le due galline non solo hanno covato insieme nella stessa cesta, ma hanno gestito i piccoli in comunità. Ho notato come il loro chiocciare fosse diverso quando dovevano impartire insegnamenti ai paperini. Li chiamavano e li portavano verso il cibo o l’acqua. È stato bellissimo vedere come la famiglia crescesse ogni giorno e come le due cocincine se ne prendessero cura. L’idea era quella di separarle quando le giovani oche fossero cresciute abbastanza da poter entrare nel branco delle loro madri biologiche. Impossibile.

 

Il pollaio è grande ed è diviso in due: da una parte le oche, dall’altra le galline. Dove stanno gli anatidi, non cresce più un filo d’erba perché con i loro piedoni palmati impediscono a qualsiasi filo d’erba di ricrescere, poi si tuffano nel laghetto spargendo acqua ovunque: adorano ficcare il becco nella terra e si vengono a creare crateri di fango. Insomma uno schifo. Le cocincine invece non raspano e il pratino rimane intatto. Quando i piccoli hanno cambiato il piumaggio, pensavo che sarebbe stato semplice dividerli. Una tragedia.

 

Le galline sono impazzite. Continuavano a chiamare le ochette e loro a rispondere ai richiami. Cercavano in ogni modo di ricongiungersi. Il tempo è passato, le piccole Indians sono diventate grandi e non mollano le mamme adottive. Credevo che sarebbe stato facile separarle, alla fine sono solo oche e galline, mi ero detta, rassicurandomi sulla semplicità dell’operazione. Invece no. Esiste un legame così forte?

 

L’unica conclusione che ho tratto è che le cocincine mi hanno spiegato chiaramente che non sono delle semplici incubatrici. Sono vive. Sono mamme. Riconoscono perfettamente i “figli adottivi” e se ne prendono cura. E se togliessi la prole ormai cresciuta per spostarla in un pollaio più lontano fuori dalla vista delle galline? Ma perché dovrei dividerle e farle soffrire? C’è un momento in cui questo legame si allenta? Non ho le risposte. Cari lettori sapete darmi qualche indicazione in proposito? Aspetto. Osservo. Imparo.

 

CAREZZE
Le galline che per genetica sono ottime covatrici, non vanno scambiate per semplici incubatrici. Fanno una gran fatica restando per giorni e giorni sopra le uova per tenerle al caldo. Le lasciano solo per qualche istante giusto il tempo di bere, mangiare qualcosa, sporcare. Il loro essere “chioccia” va rispettato.

 

E GRAFFI
La cocincina è una gallina meravigliosa. Una compagna di giornate passate in giardino, affettuosa, buona, simpatica. Con lei puoi costruire una relazione con facilità. È una madre instancabile e sa adottare qualsiasi pulcino le venga proposto. Una gallina che sa prendere sotto le sue ali anche piccoli non suoi Amatele.