Relazioni tossiche, coppie aperte, scene esplicite. Nel solco di Fumettibrutti e Zuzu, emerge una nuova generazione decisa a sfidare pregiudizi e luoghi comuni. Ecco chi sono

Mani che si sfiorano, labbra che si toccano, lingue che si intrecciano. Donne e uomini che si cercano, si fondono, disegni forti che abbattono tabù, affossano il perbenismo e alzano l’asticella del comune senso del pudore, come si sarebbe chiamato un tempo. Non è ancora uscito “Corpi” (in libreria dal 14 marzo per Feltrinelli Comics), il libro che segna l’esordio editoriale di Luana Belsito, in arte Wally Pain, ma è destinato a far discutere. E non solo gli appassionati di graphic novel e fumetti. Settore che oggi, dati Aie (Associazione Italiana Editori) alla mano, si conferma la gallina dalle uova d’oro dell’editoria. E così, dopo Fumettibrutti, pseudonimo di Josephine Yole Signorelli, 31 anni, che ha conquistato l’attenzione del pubblico raccontando in maniera cruda la propria esperienza di donna transgender, ora Feltrinelli Comics punta sull’autrice calabrese, 30 anni e oltre 12mila follower su Instagram.

Si afferma oggi una nuova generazione di autori, donne e uomini tra i venti e i trent’anni, che raccontano l’amore e il sesso attingendo alle proprie vicende personali, al proprio corpo. Una corrente esplosa sui social e sulla carta sulla scia dell’autrice-attivista catanese e di Zuzu, nome d’arte di Giulia Spagnulo, salernitana, 27 anni, l’altra star dei fumetti che esplora sentimenti e relazioni difficili con tratto graffiante: il suo ultimo libro “Giorni felici” (Coconino Press), l’anno scorso era nella dozzina finale del Premio Strega.

Nulla sfugge alla matita dei nuovi fumettisti: legami tossici, romantici, ipersessualità, poliamore, coppie che si aprono ad altre coppie, emozioni profonde, asessualità. E relazioni Lgbtq+. Ogni anno la casa editrice Tunué organizza tra giugno e luglio il Tunué Pride, un mese di eventi e iniziative sui temi della diversità: con l’occasione uscirà il libro “La ragazza del mare” della fumettista americana Molly Knox Ostertag.

Per raccontare questa generazione abbiamo raccolto le voci di cinque giovani autori sparsi per l’Italia. «Nelle mie tavole parlo di cose scomode, racconto la stranezza dei corpi con naturalezza. Non disegno transgender per rispondere a un diktat politicamente corretto, ma perché è la normalità», riflette Wally Pain: «Spesso il giudizio estetico è viziato da pregiudizi e luoghi comuni, disegnare me stessa è stata una cura per accettarmi». Dopo aver vissuto a Firenze e Roma, Luana Belsito è tornata ad abitare nella sua terra, a Roggiano Gravina, vicino a Cosenza. Ma la provincia le sta stretta. «Parlare di sesso è un tabù, figuriamoci dalle mie parti. Una gabbia, non vedo l’ora di tornare a Roma», confessa.

Anche Arianna Melone vive in provincia, a Caserta. Classe 1996, dopo il diploma ha dato alle stampe due titoli per la casa editrice BeccoGiallo: il primo, “Gianna”, ispirato alla celebre canzone di Rino Gaetano, narra la storia di una ragazza che vive la propria ipersessualità nella Bologna di fine anni Settanta, tra pregiudizi ed emancipazione. Ha vinto il Gran Prix Artémisia 2022 in Francia ed è stato tradotto dalla casa editrice Albin Michel. Con il secondo, “Le ragazze di Saffo”, l’autrice indaga invece l’amore fra donne attraverso il mito greco, la più famosa poetessa dell’antichità. «La prima a raccontare in maniera forte ed esplicita amore, invidia, gelosia, superbia, paura di invecchiare. Sentimenti primordiali in cui è possibile rispecchiarsi anche oggi», afferma l’autrice. Cresciuta a forti dosi di manga giapponesi, Dragon Ball e Naruto, oggi Melone più che ai fumetti guarda alla pittura di Egon Schiele e Gustav Klimt. Tra gli autori di graphic novel ammira Gipi («per la caratterizzazione dei personaggi») e Manuele Fior («per le sue tavole oniriche e realistiche»).

È un altro tratto che accomuna i nuovi autori: più che ai classici del fumetto erotico, Guido Crepax e Milo Manara, preferiscono attingere altrove. «I grandi maestri hanno un modo molto maschile di raccontare l’eros, a volte la figura della donna risulta oggettificata. Molti fumetti di un tempo oggi risultano offensivi agli occhi di molte persone», conclude l’autrice.

[[ge:rep-locali:espresso:386209025]]

C’è anche chi come Giulio Mosca, 31 anni, genovese residente a Milano, quasi 600mila follower su Instagram, si ispira al mondo del cinema. Nel suo “Clorofilla” (Feltrinelli Comics), ad esempio, c’è una scena ambientata in una stanza da letto che riecheggia il film “Quarto potere” (1941) di Orson Welles. «Nel mio racconto il letto matrimoniale diventa sempre più largo con lo scorrere del tempo, a simboleggiare il deteriorarsi della relazione, come in “Quarto potere” il tavolo da pranzo si allarga sempre di più e i coniugi si allontanano», racconta il fumettista. Nel suo ultimo volume, “Ossitocina”, per lo stesso editore, mette al centro una coppia «fin troppo consolidata», Alfonso e Martina, trentenni senza figli, che tenta di rilanciare la relazione aprendo l’intimità ad altri partner. «È una domanda che mi pongo spesso: cosa distingue il sesso in una relazione stabile dal sesso occasionale? Questa esclusività non mi sembra logica», riflette l’autore: «Se posso condividere un film o una birra con un amico perché non posso condividere un rapporto sessuale fuori dalla coppia? Certo, bisogna fare i conti con i retaggi culturali e la parte più possessiva di noi stessi. Spesso è un gran casino».

Nei loro graphic novel i nuovi fumettisti italiani mescolano elementi autobiografici e osservazione della realtà. La grande novità di questa “new wave”, tuttavia, è lo sguardo femminile. Ne è consapevole Alice Berti, 26 anni: il suo ultimo libro, “Calipso” (Bao Publishing), ha come protagonista un’agente segreta spietata che dà la caccia ai predatori sessuali. Le sue certezze cominciano a vacillare quando lascia spazio a nuovi incontri che per la prima volta le fanno provare ciò che non aveva mai immaginato: l’amore. “Calipso” è una spy story che parla di poliamore e asessualità. «Il mondo è basato su una visione maschile, ora finalmente le donne sentono la necessità di dire la loro soprattutto su questi temi. Sono femminista e promuovo la parità di genere», sottolinea l’autrice, che abita a Bassano del Grappa, vicino a Vicenza, ma appena può scappa a Londra, Roma, Copenaghen. Innamorata di concerti e dischi in vinile, ha una passione speciale per Andy Warhol. «Era un personaggio stranissimo, difficile da decifrare. Ho letto i suoi diari, adoro le sue opere e il contesto in cui viveva, la New York degli anni Settanta e Ottanta».

 

I nuovi autori guardano al passato in modo imprevedibile e sono immersi nel presente. Nel flusso dei social si seguono a vicenda, traggono spunti, liberano energie. «Instagram è una grande fonte di ispirazione, anche se spesso mi sento sopraffatta dalla bellezza di alcuni lavori», dice Caterina Costa, 23 anni, nota sul web con il nome d’arte Cheit.jpg, che nei suoi disegni esplora sentimenti, paure, angosce, desideri tipici dell’adolescenza e post-adolescenza. In “Tutte le cose che non posso dirti” (BeccoGiallo), il suo secondo libro, l’illustratrice e fumettista, nata e cresciuta ad Abbiategrasso, vicino a Milano, racconta di solitudine, amicizia e amore, relazioni tossiche, dipendenze da cui liberarsi. «Prendo spunto dalle cose che mi accadono», conclude l’autrice: «Parlo della mia storia, come trasformare in positivo le emozioni negative. Ho attraversato un periodo molto difficile, creare arte è stato un grandissimo aiuto. E ora molti psicologi utilizzano i miei libri in terapia, per me è un onore gigantesco».