Parla uno dei più importanti sceneggiatori italiani di graphic novel: «Tutto è politico. Il sesso può diventare la metafora dei rapporti di potere tra le persone»

Tito Faraci, 57 anni, è uno dei più importanti sceneggiatori italiani di fumetti. Fondatore e curatore della collana Feltrinelli Comics, memoria storica e coscienza critica di un genere editoriale che oggi conosce una fortuna senza precedenti. Ha creato storie per “Topolino”, “Dylan Dog”, “Diabolik”, è stato uno dei primi scrittori italiani a lavorare anche per “Spider-Man”, “Devil” e “Capitan America”.

 

Da sempre amore e sesso attraversano il mondo dei fumetti. Qual è la novità?
«Oggi le donne si riappropriano del fumetto, con un occhio femminile e femminista. Fino all’altroieri il pubblico e gli autori erano in maggioranza uomini, ora anche in Italia si afferma una nuova generazione di autrici di graphic novel che racconta il sesso con naturalezza, senza strizzatine d’occhio e ammiccamenti. Oggi il sesso diventa un puro elemento narrativo».

 

C’era molto sesso anche nei fumetti di cinquant’anni fa.
«Sì è vero, se pensiamo ai tascabili come “Isabella”, “Zora la vampira”, “Il camionista”. E poi Milo Manara, il più grande fumettista erotico del mondo, Crepax con Valentina, c’era sesso anche nel fumetto underground di Andrea Pazienza e Tanino Liberatore, nel mondo della rivista Frigidaire, negli anni Ottanta. Ma oggi c’è una visione nuova, nuovi autori».

 

Fuori i nomi.
«Tra gli altri Cristina Portolano, Alice Milani e poi Wally Pain, che a marzo pubblicherà il suo primo libro “Corpi”. Si muove sulla linea di confine tra letteratura, fumetto e illustrazione pura. Un’antologia enciclopedica di tutti gli incontri sessuali possibili, con una delicatezza e una sincerità straordinarie anche nelle scene più crude».

 

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Come guardano i nuovi fumettisti ai maestri del passato?
«La corrente non si è mai fermata. L’anno scorso mi è capitato di visitare la mostra di Guido Crepax a Catania. Ero insieme a Fumettibrutti, che guardava ogni tavola con passione, attenzione e un rispetto colossale. Il fumetto è rock and roll, capita spesso che autori di generazioni diverse lavorino fianco a fianco».

 

Fumettibrutti veicola un messaggio “politico”, che rivoluziona l’immaginario sull’identità di genere. Vale anche per altri autori?
«Tutto è politico. Il sesso può diventare la metafora dei rapporti di potere tra le persone, evoca un desiderio di emancipazione e liberazione. In questo senso ha un significato etico, culturale e politico».