L'appello al presidente del Senato e la decisione del dirigente dell'associazione Luca Coscioni per far sì che la legge vada direttamente all’esame e al voto dell'aula, saltando le numerosissime audizioni previste

In una lettera aperta a Pietro Grasso, Carlo Troilo, dirigente della Associazione Luca Coscioni, invita il Presidente del Senato ad impegnarsi perché la legge sul testamento biologico vada direttamente all’esame ed al voto dell’Aula, saltando le numerosissime audizioni previste: inutili perché associazioni e personalità competenti in materia sono già state “audite” alla Camera dei Deputati, che ha approvato la legge; lentissime, come dimostra il fatto che in questa settimana non ne è prevista alcuna.

Si tratta – scrive Troilo – di una buona legge, che darebbe ai malati la certezza del diritto alla autodeterminazione nelle scelte di fine vita ed eviterebbe il ripetersi di vicende come quelle di Welby, Engaro e Nuvoli, che sembrano averci riportati ai tempi bui della Santa Inquisizione.

Una legge che eviterebbe buona parte dei mille suicidi di malati che si registrano in Italia: soprattutto i malati terminali, come il fratello dello stesso Troilo, che grazie alla sedazione profonda e continua avrebbe potuto morire dignitosamente vicino ai suoi cari, invece di suicidarsi gettandosi dal quarto piano.

"Lo stesso invito – dichiara Troilo – lo rivolgo ai capigruppo del Senato e a tutti i senatori: Non vi arroccate nella difesa della vita di chi non vuole più vivere. Abbiate pietà di loro: lasciateli andare".

Da mercoledì 7 giugno Troilo  ha iniziato uno sciopero della fame a sostegno della sua richiesta.