Diritti
Fine vita, sorpresa in Veneto: passa una mozione votata dalla Lega. E gli ultracattolici si infuriano
Il testo per “garantire la libertà di scelta astenendosi da qualunque intervento” passa con i voti della maggioranza. Sgomento degli ultra cattolici. Binetti: «Sono stupita che venga dalla destra»
Non c’è nessuna discussione sul fine vita in Parlamento e non si prevedono le repliche della scorsa legislatura, terminate malissimo, così ogni Regione fa come può. Ma proprio guardando alle regioni, il colpo d’occhio è spettacolare: in Veneto il sorpasso sulla materia delicata del fine vita avviene da “destra”.
Viene infatti approvata una mozione che consente «sul piano regionale, a tutte le persone che avanzano richiesta di fine vita un percorso oggettivo, rapido e scevro da qualunque tipo di condizionamento esterno». La mozione era stata presentata il 26 ottobre 2022 dai consiglieri Baldin, Ostanel, Guarda, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Montanariello, Zanoni, Zottis e Lorenzoni e approvata in maggioranza il 2 maggio scorso.
La proposta che verrà discussa in Consiglio si propone inoltre di «promuovere, presso tutte le istituzioni, il principio per cui il ruolo della politica è quello di garantire la libertà di scelta astenendosi da qualunque intervento, anche ideologico, potenzialmente in grado di coartare o comunque condizionare, la libera scelta delle persone».
Nella confusione e nello stordimento reagiscono le sigle anti-scelta e volti storici che contro questa battaglia hanno dedicato una vita. Per Pro-Vita «Con il voto favorevole di vari esponenti della Lega e della lista Zaia Presidente si spalanca la porta alla morte, anziché curare e accompagnare malati, fragili e sofferenti. Si dica onestamente che si vuole legalizzare il diritto di chiunque, al di là di qualsiasi condizione fisica o psichica, di essere ucciso in maniera controllata».
«Quella non è una decisione politica, la politica - commenta alla Dire Paola Binetti, psichiatra e già senatrice del Centrodestra - è vero che deve stare lontano perché questa situazione attiene alla relazione tra il paziente, la sua famiglia e i medici. Stupisce che questa richiesta, che sembra invocare una richiesta di eutanasia, venga da uno dei partiti del centrodestra, la Lega, che si è schierata sempre a favore della legge 38 sulle cure palliative e contro questa pratica».
La mozione ha preso il via dopo il caso del vicentino Stefano Gheller, il cinquant’enne di Cassola affetto da una rara forma di distrofia muscolare, che lo scorso ottobre si è visto prestare l’assenso dell'Ulss 7 Pedemontana alla richiesta di fornitura della strumentazione e dei medicinali da autosomministrarsi per il fine vita. Presentata inizialmente dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, la mozione chiedeva un impegno a garantire per tutti la massima libertà possibile sul fine vita. Proprio in Veneto l’associazione Luca Coscioni aveva raccolto oltre settemila firme a sostegno del progetto di legge regionale per il suicidio assistito. «Anche questa volontà, trasversalmente espressa dalla cittadinanza, è servita a sensibilizzare il consiglio», commenta l’associazione.