Una scelta mirata degli incontri in programma tra l’8 e il 12 settembre. Tra romanzi e autobiografie che raccontano l’Italia e il mondo a partire dall’Africa o dall’Oriente. Dalla newsletter de L’Espresso sulla galassia della cultura araba

Informarsi, scegliere, connettersi, prenotare: la venticinquesima edizione del Festivaletteratura di Mantova inizia l'8 settembre (e finisce domenica 12) ma è già l'ora dei preparativi. Saranno presto esauriti i posti per gli incontri con gli ospiti più famosi, come Maaza Mengiste: la scrittrice di origine etiope che con il suo “Il re ombra” ha conquistato pubblico e critica prima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo, sarà mercoledì alle 19.15 con Carlo Lucarelli. Altra star del programma sarà Bernadine Evaristo, vincitrice del Booker Prize 2019 con “Ragazza, donna, altro” (giovedì alle 16.45 con Michela Murgia).

 

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Come ogni anno, orientarsi tra i mille appuntamenti sovrapposti della più importante kermesse culturale italiana richiede impegno (programma completo e prenotazioni sul sito festivaletteratura.it). L'agenda di chi è interessato alla galassia della cultura araba è fitta di appuntamenti. In un viaggio che parte dall'Italia, con Antonio Dikele Distefano, romanziere e autore della fiction “Zero”, ispirata al suo romanzo autobiografico “Non ho mai avuto la mia età”.

 

Chi scrive a suo tempo lo aveva caldeggiato come possibile candidato allo Strega: è stata presa come una provocazione, ma il suo era davvero uno dei migliori romanzi italiani di quell'anno. Non è entrato in nessuna longlist di premi letterari nostrani, ma nella versione per il video - dove l'emarginazione degli afroitaliani si trasforma nel superpotere dell'invisibilità - è diventato un serial prodotto da Netflix, trasmesso in tutto il mondo e lodato dalla critica americana. Venerdì alle 19.15 a Mantova Dikele Distefano parla di “Adolescenza su carta e pellicola” con Nadeesha Uyangoda, scrittrice milanese con radici nello Sri Lanka (“L'unica persona nera nella stanza”).

 

Agli “italiani invisibili” è dedicato anche il dialogo tra Abdullahi Ahmed e Laeticia Ouedraogo, che domenica alle 10 conversano sulle “Facce diffidenti quando passa lo straniero”. Ma il senso di sradicamento riguarda in qualche modo tutti i giovani italiani: ne parlano venerdì alle 17 il fumettista romano Giacomo Bevilacqua (“Troppo facile amarti in vacanza”) e lo scrittore salentino Mario Desiati (“Spatriati”) insieme ad Espérance Hakuzwimana Ripanti (“E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana”).

 

Il viaggio nella galassia araba continua in Marocco, che secondo Fouad Laroui - “La vecchia signora del riad”, “Lo strano caso dei pantaloni di Dassoukine”) “è un oggetto letterario” (sabato, 18.30). La Siria invece è ormai quasi esclusivamente un “soggetto bellico”: ma come “scrivere della guerra di Siria”? Se lo chiede Hala Kodmani (“La Siria promessa”) venerdì alle 21.15 insieme a Olga Grjasnowa, tedesca di origini azere che lì ha ambientato il suo romanzo “Dio non è timido”.

 

Tutti i giorni alle 10 appuntamento via radio con Uyangoda ed Hakuzwimana Ripanti per “Approdi”, un dialogo che dall'Algeria passa per il subcontinente indiano (con Sabika Shah Povia), il Brasile e l'Estremo Oriente (con Patty Wang). Con Christian Elia invece si parla delle “Frontiere” più insanguinate: quella dell'enclave spagnola in Marocco (con Rachida El Azzouzi e Lucia Capuzzi), quella tra India e Bangladesh (con Matteo Miavaldi e Maria Tavernini), quella invisibile di Lampedusa (con Eleonora Camilli e Lorenzo Tondo). L'appuntamento è venerdì e domenica 17.15, sabato invece alle 16.

 

Si chiude con leggerezza (sabato, 14.30) con due “Italiane come voi”, Uyangoda e Anna Osei ("Sotto lo stesso sole"), in dialogo con Desiati per raccontare con ironia ma senza sconti un'Italia che non vediamo finché non notiamo “l'unica persona nera nella stanza”: e ci rendiamo conto che spesso è proprio quella che ha da dire le cose più interessanti sul nostro Paese.