Nature (che aveva respinto il paper) rivela: l’operazione è riuscita a metà. Ma in Cina ci sono almeno altri quattro laboratori all’opera. La cosiddetta linea etica da non attraversare è stata superata

Il sospetto che circolava da tempo fra la comunità scientifica, si è rivelato fondato: la rivista Nature ha appena rivelato che un team di scienziati cinesi dell’Università Sun Yat-sen a Guangzhou, ha condotto esperimenti di modificazione genetica su embrioni umani, salvo poi abbandonarli. Ma quella che era considerata la linea etica da non attraversare mai, è già stata attraversata.

Il fatto curioso è che lo studio, senza che nessuno se ne accorgesse, era già stato pubblicato l’11 aprile su una rivista scientifica minore, «Protein and Cell», dopo che era stata respinto da Science e dalla stessa Nature, presumibilmente per motivi etici.

I ricercatori, guidati dal genetista Junjiu Huang, sono riusciti a modificare uno specifico gene, responsabile della beta-talassemia, una grave malattia genetica del sangue. Ufficialmente, hanno usato embrioni “non utilizzabili”, ovvero non adatti alla nascita, prelevati da una clinica locale.  Usando una straordinaria tecnica scoperta in America e battezzata Crispr (si pronuncia “crisper”), il team cinese è riuscito a modificare un singolo gene in numerosi embrioni. Iniettando negli embrioni un complesso enzimatico che si lega al Dna e lo divide in un preciso punto del cromosoma, un particolare gene viene rimpiazzato o “riparato” introducendo un’altra molecola. «È un metodo già ben studiato con le cellule umane adulte o con gli embrioni animali – scrive Nature – ma non erano stati pubblicati studi sul suo utilizzo in embrioni umani».

L’operazione, in realtà, è andata bene a metà. Anzi, meno di metà. Sono stati usati 86 embrioni. Dei 71 sopravvissuti, 54 sono stati testati geneticamente. In solo 28 di questi, la “riparazione” è andata a buon fine. Non solo: gli stessi ricercatori cinesi hanno il dubbio che l’esperimento abbia innescato modifiche genetiche in altre aree del Dna embrionale. Il che, ha felicemente ispirato una pausa di riflessione. «Per fare lo stesso con gli embrioni umani – ha dichiarato Huang – il tasso di successo deve essere del 100%».

Poco più di un mese fa, cinque scienziati, capitanati da Edward Lanphier, avevano suonato l’allarme proprio su Nature: qualcuno sta già modificando un embrione umano. «A nostro parere – si legge nel profetico articolo – la modifica genetica negli embrioni con le attuali tecnologie potrebbe avere effetti imprevedibili sulle future generazioni. Questo rende la cosa pericolosa ed eticamente inaccettabile, anche perché una ricerca del genere potrebbe essere usata per modifiche non terapeutiche». Come il caso di quei futuribili genitori che vorranno il figlio più intelligente e con gli occhi azzurri, un tema già ampiamente esplorato nei libri e nei film di fantascienza.

«È come avevamo anticipato» ha dichiarato ieri Lanphier a Nature. «Bisogna fermare questo tipo di ricerca e essere sicuri di discutere prima con attenzione sulla strada che intendiamo intraprendere». Oltre alle questioni etiche del tutto irrisolte, la preoccupazione scientifica dei genetisti è che in questo modo si vada a intaccare la linea germinale di un individuo, ovvero il materiale genetico trasmesso ai discendenti. «Attualmente – recita l’appello di Lanphier e colleghi – siamo in grado di fare controlli di qualità solo su un numero limitato di cellule, il che vuol dire che gli esatti effetti della modificazione genetica di un embrione restano sconosciuti fino alla nascita. E, anche in questo caso, potenziali problemi potrebbero rimanere nascosti per anni».

Ma la strada è in parte già segnata. Il sospetto che il paper di Huang accenda un ulteriore interesse da parte di altri ricercatori in giro per il mondo, non è infondato. Anzi, secondo una fonte anonima interpellata da Nature, in Cina ci sono almeno altri quattro laboratori che stanno già facendo altrettanto.