«Le missioni spaziali sono sinonimo di crescita anche economica. «La Iss mi manca e mi mancherà». E un augurio agli astronauti del futuro: «Volare il prima possibile». La comandante italiana dell’Esa, nella prima conferenza stampa dopo il ritorno sulla Terra e la conclusione della sua seconda missione, “Minerva”

«I tempi sono maturi per capire che lo spazio non è più una avventura separata dalla vita collettiva, ma è una parte integrante delle nostre conoscenze tecnologiche e scientifiche, della nostra competitività e della capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini».

Samantha Cristoforetti lo ha ripetuto più volte durante la prima conferenza stampa dopo il suo rientro sulla Terra, avvenuto venerdì scorso, 14 ottobre, quando in Italia erano le 22:55. «Oggi investire nello spazio – ha ribadito – significa investire nel talento di ragazze e ragazzi delle nuove generazioni, significa tenere quel talento incoraggiando studi e carriere in ambito scientifico e tecnologico. Un obbiettivo tutt’altro che astratto».

È quasi uno statement, che non a caso ha evocato le parole spese poco prima dal direttore generale dell’Agenzia spaziale europea, Josef Aschbacher, di quello dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia e di Frank De Winne, che per l’Esa è a capo del corpo astronautico: «Siamo qui non solo per celebrare il successo della missione di Samantha – ha chiarito – ma per ricordare come ogni tappa sia la premessa per le successive. Gli anni a venire saranno eccitanti per l’esplorazione spaziale».

De Winne ha quindi evocato le tappe imminenti: il Gateway, cioè la stazione in orbita cislunare in fase di realizzazione, l’accordo con la Nasa che permetterà a tre europei di partecipare ad altrettante missioni lunari e l’obbiettivo di portare in futuro gli europei a camminare sulla Luna. «È un buon momento per essere astronauti» ha chiosato.

In piena forma – «sto meglio della prima volta, come se il corpo avesse memoria della riabilitazione e faciliti il riadattamento alla Terra» – Cristoforetti è sembrata una testimone perfetta delle future ambizioni spaziali europee.

Così come la sua “Minerva”, partita lo scorso 27 aprile da Cape Canaveral e conclusasi con l’ammaraggio al largo della Florida. In quel momento, e dopo 170 giorni trascorsi sulla Stazione spaziale internazionale, l’astronauta dell’Esa ha finito la sua seconda missione orbitale di lunga durata (la prima fu “Futura”, dell’Agenzia spaziale italiana, per cui trascorse 199 giorni nello spazio fra il 2014 e il 2015). Al Centro europeo di addestramento astronauti dell’Esa, a Colonia, Cristoforetti ha parlato per un’ora della sua seconda volta oltre l’atmosfera, un periodo in cui ha registrato anche diversi primati: è stata la prima italiana ad ammarare, la prima europea protagonista di una attività extraveicolare e la prima a comandare, sebbene per soli 15 giorni (dal 28 settembre), l’avamposto orbitante.

Proprio sugli ultimi due aspetti, la leadership dell’intera stazione e la passeggiata spaziale condivisa con un cosmonauta russo, Oleg Artem’ev – «Non volevo fare errori. Mi sono concentrata sul lavoro. Solo negli ultimi 20 minuti ho potuto godermi il fatto di galleggiare sopra la Terra» - si sono concentrate tante delle domande della stampa, in particolare per sapere quanto le mancherà la permanenza in un luogo lontano anche dalla crisi internazionale. «La Iss mi manca e mi mancherà, in fondo ci ho trascorso un anno della mia vita (in due missioni la permanenza di Cristoforetti nello spazio è di 369 giorni, nda). Soprattutto mi mancheranno l’affiatamento a bordo e i legami forti, la determinazione di ciascuno a considerare prioritarie le cose che uniscono e non le differenze» ha risposto Cristoforetti ricordando come lo spazio, e la Iss in particolare, debbano rimanere un esempio di collaborazione internazionale pacifica. «Dovesse esserci la possibilità, non escludo in futuro, una missione in collaborazione con la Cina. La storia dell’esplorazione spaziale è una storia di unità fra i popoli» ha poi ribadito a chi, considerandola un role model anche là, le ha chiesto conto di una futura missione con Pechino.

Sarebbe difficile mettere in dubbio la positiva valenza simbolica della cooperazione extra-atmosferica e scellerato augurarsi svanisca, ma altrettanto ingenuo sarebbe ignorare la strategicità e la dimensione geopolitica delle ambizioni spaziali. Significativo, in questo senso, che Aschbacher abbia ricordato come l’Europa punti ad acquisire la capacità di lanciare in autonomia i propri astronauti oltre l’atmosfera, risultato finora reso possibile solo dalle collaborazioni con la Russia, prima, e gli Stati Uniti oggi.

In fondo, lo ha sintetizzato Cristoforetti, «lo spazio è sinonimo di crescita, anche economica, e quindi di benessere».

Lanciata sulla Iss grazie a un mezzo realizzato e operato dalla privata SpaceX – altra significativa prima volta per un italiano – in orbita Cristoforetti è stata protagonista di dozzine di esperimenti, focalizzati soprattutto sulla protezione della salute degli astronauti in previsione delle future permanenze di lunga durata nello spazio profondo e degli insediamenti su superfici extraterrestri. Un aspetto fondamentale, che conferma le parole di De Winne e ribadisce quanto ogni missione sia la premessa di quelle a venire. Lo testimoniano diversi esperimenti effettuati in orbita, «molti dei quali italiani»ha ricordato Saccoccia, come “Asi Prometeo”, il progetto della nostra agenzia spaziale sulle conseguenze dello stress ossidativo sugli astronauti, alla base di molti effetti deleteri sulla salute dei voli spaziali; oppure “Ovospace”, un’indagine degli effetti della microgravità sulla maturazione e lo sviluppo delle cellule ovariche.

«Non ho la competenza specifica per dire quanto sarà importante ognuno degli esperimenti – ha ammesso l’astronauta – ma proprio perché il lavoro ha coinvolto le discipline più diverse, dalla fisiologia umana alla robotica».

Risposta perentoria a chi, e sono stati tanti, le ha chiesto quali siano i suoi nuovi obbiettivi, memore del fatto che Cristoforetti sia fra i sette europei candidati alle missioni lunari (c’è anche Luca Parmitano): «So che la possibilità di prendere parte a una missione lunare è concreta, ma preferisco ricordare che a breve avremo una nuova classe di astronauti europei: è a loro che occorrerà garantire quell’opportunità». Cristoforetti si riferisce al nuovo bando di reclutamento dell’Esa, che culminerà nell’annuncio, il prossimo 23 novembre al termine del Consiglio Ministeriale dell’agenzia, dei prossimi pellegrini spaziali – «Dal 24% di donne candidate nel 2009 – ha aggiunto Aschbacher – siamo passati al 40%. Garantire la diversità per noi ha la massima priorità»”.

Agli astronauti del futuro Cristoforetti augura «di volare nello spazio il prima possibile. È giunto il momento di pensare a traguardi collettivi, più che ai miei sogni individuali».