L'ordinanza del governatore Vincenzo De Luca chiude tutti gli istituti fino alla fine del mese. Ma nel quartiere Vomero del capoluogo la scuola elementare Luigi Vanvitelli continuerà a fare lezione dal vivo per 50 alunni. «Abbiamo fatto da apripista, speriamo che tanti colleghi potranno ispirarsi a questo progetto»
Da oggi e fino al 30 ottobre le campanelle delle scuole campane resteranno mute. Con un'ordinanza regionale, il governatore
Vincenzo De Luca ha deciso di stoppare le lezioni frontali di elementari, medie e superiori di tutta la Regione, che è seconda solo alla Lombardia per l'aumento del numero di contagi, ma in testa alla classifica per carenza di posti letto nelle terapie intensive.
Dunque,
le scuole restano chiuse. Tutte, tranne una: la scuola elementare statale Luigi Vanvitelli, che si trova nel quartiere Vomero, domani riaprirà puntuale alle 8 per accogliere in presenza 49 dei circa 1.300 studenti della scuola primaria. Sono
gli studenti con disabilità, che grazie all'intervento della preside Ida Francioni e della disponibilità delle insegnanti di sostegno del plesso scolastico, è riuscita in meno di 24 ore a ottenere il nulla osta per mantenere la scuola aperta: «Speriamo che altre scuole seguano il nostro esempio, che consente di ridurre, per quanto possibile, la disuguaglianza che la dad, la didattica a distanza, provoca per i bambini con disabilità», spiega la direttrice.
Venerdì è stata lanciata l'ordinanza e, superato lo sconforto iniziale,
già nel pomeriggio Francioni consultava le docenti di sostegno in conference call raccogliendo la loro disponibilità a proseguire le lezioni in presenza, nonostante tutto. Sabato la preside si è dedicata alla scrittura di un dettagliato progetto (restando all'interno del perimetro delle norme decretate dalla giunta regionale), che in serata ha consegnato all'assessore regionale all'istruzione, Lucia Fortini. Il progetto è stato quindi condiviso con Luisa Franzese, direttore dell'ufficio scolastico regionale, Luisa Russo, responsabile dell'Unità operativa di Neuropsichiatria Infantile di Napoli e Annamaria Palmieri, assessore all'Istruzione del comune di Napoli. Insomma, dopo una brainstorming totalmente al femminile – e forse proprio perché al femminile – il giorno successivo è arrivato il nulla osta: la scuola riparte il 20 ottobre in presenza per i bambini con disabilità.
«Quando a settembre è suonata la prima campanella e i bambini sono tornati in classi mi sono commossa. Nei mesi più bui del lockdown mi sono resa conto che una scuola vuota, senza studenti, è un non luogo. Abbiamo patito l'assenza dei ragazzi per sette lunghi mesi e la notizia del nuovo stop alle lezioni in presenza è stato sicuramente un grande dispiacere. Non contesto la decisione regionale e non commento l'ordinanza: perché non credo che ci sia un Capo di Stato, Presidente di Regione o Sindaco capace di prendere una tale decisione a cuor leggero; e perché la scuola è un baluardo di legalità e in quanto tale deve rispettare le regole, ma le norme vanno interpretate in modo intelligente», spiega la direttrice Francioni, che è quindi riuscita a convincere le istituzioni ad attivare il progetto laboratoriale in presenza rivolto ai bambini con bisogni educativi speciali.
Da anni la scuola Vanvitelli adotta una didattica inclusiva per studenti disabili e infatti sono molte le famiglie che ogni anno la scelgono per i propri figli. «Il primo pensiero è andati ai piccoli alunni con bisogni educativi speciali e allo sconforto delle loro famiglie. Perché se la didattica a distanza non riesce a raggiungere tutti gli studenti: ci sono bambini autistici, non verbali, autistici ad alto funzionamento, bambini con difficoltà di concentrazione che vengono ancor più discriminati dalla didattica a distanza».
Così da domani, su richiesta dei genitori e rispettando i protocolli di sicurezza, la scuola riaprirà con i docenti di sostegno e di base con attività individualizzate in presenza, mentre per gli altri studenti le lezioni saranno da remoto fino alla fine del mese. «Abbiamo fatto da apripista, speriamo che tanti colleghi potranno ispirarsi a questo progetto e riaprire le scuole, almeno per rispondere ai bisogni delle famigli con figli disabili. Del resto sono i piani di indirizzo e le linee guida del ministero ad aver raccomandato una particolare attenzione ai bambini più deboli e fragili», conclude la preside.