Alcuni gruppi organizzati della squadra locale, la Lucchese, sono una diretta emanazione di CasaPound. E negli anni scorsi il leader di una di queste associazioni è andato a combattere per la secessione del Donbass

Non che Lucca sia nuova a storie d’estrema destra. Negli anni Settanta Ordine Nuovo (era di qua Marco Affatigato, ora in galera per truffa e bancarotta) e il Fronte Nazionale Rivoluzionario (grazie a una rete di complici, vi rimase nascosto per mesi Mario Tuti, condannato per due omicidi e ricostituzione del partito fascista), più di recente Forza Nuova, per un breve periodo.

Il quinquennio peggiore s’apre nel 2004, e ruota intorno alla tifoseria della squadra di calcio, la Lucchese. In quell’anno nascono i Bulldog, che dalla curva ovest dello stadio Porta Elisa cacciano a sprangate la tifoseria di sinistra dei Fedayn e dei Tori flesciati e imperversano per le strade della città con pestaggi, aggressioni, accoltellamenti, caccia al rosso, un ragazzo ci rimette anche un occhio. Finalmente l’Ucigos si muove: retata nel 2009, condanna di 14 di loro dai 2 ai 5 anni ?e mezzo per associazione a delinquere e una sfilza d’altri reati, tutto prescritto ?in Cassazione giusto il 18 luglio. Intanto il loro capo, Andrea Palmeri, detto ?il Generalissimo, è fuggito in Donbass, dove combatte coi filorussi contro gli ucraini: ?«Un vero fascista italiano si è unito alla nostra milizia», esulta Pavel Gubarev, ?ex governatore dell’autoproclamata repubblica popolare del Donetsk. Tre o quattro candidati di CasaPound sono tifosi storici anche in epoca Bulldog, ma non risultano coinvolti negli scontri.

La Lucchese fallisce due volte in 33 mesi, ricomincia dal Campionato d’eccellenza, sale in serie D. Anche la tifoseria nera si rinnova, e ora due gruppi dominano la curva ovest: la Banda Thevenot (la bomba a mano degli Arditi nella prima guerra mondiale), diretta espressione di CasaPound, e La meglio gioventù, comunque amici. E giocano un ruolo chiave nella campagna elettorale.

In casa, Barsanti e i suoi non si perdono una partita, animano il tifo, fanno nuovi proseliti. In trasferta non ci vanno per protesta e rifiuto della “tessera del tifoso”. Neppure a giugno, quando la squadra gioca i playoff per tornare in C, ma perde la sfida decisiva contro il Parma. Lui, in compenso, segna in città un 8 per cento che vale assai più della serie C.