Il primo dei due appuntamenti nella città toscana per parlare di come la diffusione di Facebook e Twitter ha cambiato la società e il modo di rapportarsi alle altre perosne, anche negli ambiti professionali

Etica, sempre, ma dell’innovazione: è il tema del Dialogo che si terrà giovedì 10 aprile nell’Aula magna dell’Università pisana.

TUTTI GLI APPUNTAMENTI DEI DIALOGHI DELL'ESPRESSO

Coordinati dal prorettore Marco Guidi, sociologi, economisti, esperti di biotecnologie e di comunicazione online (Arti Ahluwalia, Simone D’Alessandro, Laura Giarré, Marco Pratellesi) affronteranno una discussione, avendo sempre come filo conduttore l’etica, a partire dai cambiamenti in atto nella società e nell’economia italiane, anche e soprattutto per effetto delle nuove tecnologie digitali e dei social network.

In altre parole, nel fervore di innovazioni, sia economiche che tecnologiche, che percorre il mondo, quali rischi corre l’etica? Possiamo farcene un’idea con un esempio, guardando cioè a quanto sta avvenendo nel modo di comunicare nella società e nei rapporti tra persone.

Ne parlerà diffusamente Marco Pratellesi, curatore de “l’Espresso online” ed esperto di “new journalism”. Il boom dei social media ha portato radicali mutamenti in questo campo. Non senza dare luogo a nuovi e assai peculiari pericoli. Sul terreno del lavoro, ad esempio, strumenti come Facebook, Google, Twitter e consimili vengono molto utilizzati dai responsabili del personale delle aziende per vagliare le candidature a un posto di lavoro e spesso i candidati non ne sono consapevoli. Si tratta di fatto di biglietti da visita articolati, dettagliati: quando ci muoviamo sulla rete dobbiamo sapere che non ci troviamo solo in un ristretto circolo di sodali ma che in realtà siamo sotto gli occhi di tutta la società.

Valutazioni che in un salotto, tra amici, possiamo permetterci di esprimere, in rete contribuiscono, nel bene o nel male, a mettere a fuoco la nostra immagine pubblica. I soggetti che svolgono determinate professioni, una per tutte il giornalismo, debbono valutare caso per caso l’opportunità o meno di fare certe considerazioni sui social network: non stanno infatti operando in un ambito privato e quel che dicono a briglia sciolta può avere lo stesso impatto di quello che, ad esempio, scrivono sulla carta stampata.

Persino la scelta degli amici su Fb o quella della condivisione di determinati contenuti deve essere fatta alla luce di un’etica professionale. Lo stesso vale per avvocati, magistrati, politici e per molti altri ruoli ancora. Inutile quindi aggiungere che questa rivisitazione dell’etica si rende indispensabile in numerosissimi campi delle società contemporanee.