E poi le indagini sulla morte di Prigozhin, l’espansione del Brics, il genocidio in Nagorno Karabakh, l’intervento militare in Niger. Ecco i fatti della settimana

Trump, fotosegnalato
Trump che non sorride. La sua foto segnaletica, n. P01135809 secondo i registri della prigione della contea di Fulton nello stato della Georgia, è stata pubblicata giovedì sera, quando è uscito dalla prigione di Atlanta, dove è stato messo in stato di fermo per aver tentato di sovvertire le elezioni in Georgia. Si tratta della quarta incriminazione per l’ex presidente Usa quest’anno.

 

Trump ha trascorso solo 20 minuti in prigione prima di tornare al suo golf club nel New Jersey. E poco prima di salire sul suo aereo privato all'aeroporto Hartsfield-Jackson di Atlanta, ha ripetuto: «Quello che è successo qui è una parodia della giustizia. Non ho fatto nulla di male e lo sanno tutti».

 

 

 

«Yevgeny Prigozhin, un uomo d'affari di talento che ha commesso gravi errori»
Il presidente russo Vladimir Putin dopo 24 ore ha rotto il silenzio sulla presunta morte del leader della Wagner Yevgeny Prigozhin, di fatto confermandola: ha elogiato l’ex alleato definendolo «un uomo d'affari di talento» che ha commesso «gravi errori».

 

Ha aggiunto però, che per avere notizie sullo schianto aereo bisognerà aspettare l’esito dell’inchiesta ufficiale. L'incidente, che ha ucciso 10 persone, viene da molti considerato un omicidio per vendicare l'ammutinamento di Prigozhin di giugno, che ha messo in discussione la leadership militare russa. Ma «non è stata raggiunta una conclusione definitiva. L’ipotesi più accreditata è che l'aereo si sia schiantato in un campo tra Mosca e San Pietroburgo», ha scritto il New York Times: «L’esplosione potrebbe essere stata causata da una bomba o da un altro ordigno piazzato sull’aereo», hanno spiegato alcuni funzionari al quotidiano Usa.

 

 

Nuovi membri per i Brics
Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono stati invitati a unirsi al gruppo delle principali economie emergenti a partire da 1° gennaio 2024. Si tratta di un passo fondamentale per l’espansione della propria importanza e influenza.

 

Il blocco, formato nel 2009 da Brasile, Russia, India e Cina, ha incluso anche il Sudafrica nel 2010. Oggi sembra che stia cercando di dare vita a una coalizione più forte di nazioni che puntino a inserire gli interessi del Sud del mondo nell’agenda mondiale. Prima dell’inizio del vertice annuale in Sud Africa questa settimana, più di 40 paesi avevano espresso interesse ad aderire ai Brics, 23 avevano presentato domanda formale per aderirvi.

 

Niger, autorizzato l’intervento militare
Gli ufficiali che hanno preso il potere in Niger il mese scorso avrebbero autorizzato gli eserciti dei vicini Burkina Faso e Mali a intervenire nel paese solo «in caso di aggressione». I ministri degli Esteri dei due Paesi, Olivia Rouamba e Abdoulaye Diop, hanno visitato Niamey, la capitale, giovedì scorso. Lì sono stati ricevuti dal nuovo sovrano del Niger, il generale Abdourahamane Tiani. Che fa sapere che gli Stati hanno accolto con favore la firma degli ordini che autorizzano i rispettivi eserciti intervenire.

 

Dopo il golpe dello scorso 26 luglio, durante il quale l’ex presidente Mohamed Bazoum è stato rovesciato, il blocco regionale dell'Africa occidentale Ecowas ha più volte minacciato di essere disposto a utilizzare la forza pur di reintegrarlo. Il Niger è la quarta nazione dell’Africa occidentale dal 2020 a subire un colpo di stato, dopo Burkina Faso, Guinea e Mali.

 

Nagorno Karabakh, gli armeni stanno morendo di fame
Sarebbero 120mila le persone «a rischio» nell’area che l’Azerbaigian rivuole, secondo un rapporto dell’Onu: «È in corso un genocidio contro 120mila armeni che vivono nel Nagorno Karabakh», denuncia Luis Moreno Ocampo, fondatore della Procura della Corte penale internazionale e che insieme a un gruppo di giuristi internazionali chiede di aprire gli occhi sul tentativo di eliminare definitivamente la popolazione della regione che l’Azerbaigian vorrebbe riprendersi: una repubblica de facto non riconosciuta internazionalmente, nella quale vivono da sempre gli armeni cristiani. Da mesi l’Azerbaigian ha bloccato l’unica via d’accesso al territorio, il corridoio di Lachin.

 

L’India è sulla luna
Il sogno inseguito per anni è finalmente diventato realtà grazie alla missione Chandrayaan-3, che con un allunaggio perfettamente riuscito ha permesso all’India di diventare la quarta potenza a conseguire questo risultato dopo Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina. E la prima a raggiungere l'ambita regione del polo Sud lunare, potenzialmente ricca di ghiaccio, cruciale per le future missioni umane. «È un giorno storico», ha commentato il premier indiano Narendra Modi dal Sud Africa, dove stava partecipando al vertice dei Brics.