La norma voluta da Fdi arriverà il 19 giugno in Aula: il reato però non esiste giuridicamente, mentre le opposizioni si spaccano anche per regolare conti interni. La preoccupazione di Famiglie Arcobaleno: «Carnefici. Aspetteranno negli aeroporti per arrestare i genitori e mettere i bambini nelle case famiglia?»

Il “reato universale” contro la maternità surrogata, fortemente voluto da Giorgia Meloni, criticato dall’opposizione e irriso dai giuristi, ha concluso l'esame degli emendamenti in Commissione Giustizia e si prepara ad approdare in Aula alla Camera il 19 giugno.

 

«La commissione - ha detto la relatrice Carolina Varchi (Fdi) - ha concluso il voto degli emendamenti alla proposta di legge. Grazie al testo riformulato noi estendiamo la punibilità a tutte le condotte commesse all'estero e questo disincentiverà il ricorso a questa pratica, con ciò fermando il turismo procreativo e più in generale quel mercato che si è formato, di cui la recente fiera a Milano è testimonianza».

 

Di parere opposto Riccardo Magi (+Europa): «Una proposta da Stato di Polizia etico, per cui si incriminano i genitori e nessuno si chiede che effetto possa avere sui bambini. Nemmeno nelle peggiori dittature del passato, e oggi forse solo nell'Iran degli Ayatollah o nell'Afghanistan dei talebani. La riformulazione del testo con l'emendamento della maggioranza prova a mettere una pezza sull'abnormità della pretesa di punire in Italia un cittadino straniero per una condotta commessa in un Paese dove la Gestazione per altri è legale, magari in forma solidale, ma rimane una assurdità giuridica. Quindi con la riformulazione non viene arrestato il medico canadese che viene in vacanza in Italia insieme al bimbo avuto con la Gpa, ma si arresta il medico italiano che ha avuto anch'egli un bimbo con la Gpa in Canada e torna a trovare i genitori in Italia».

 

Una grana, insomma, anche solo sotto il profilo giuridico. Come già aveva spiegato a L’Espresso Marco Pelissero, ordinario di diritto penale presso l’Università degli Studi di Torino: «Possiamo parlare di reati come crimini di guerra o contro l’umanità, cioè reati che la comunità internazionale ritiene presentino una criminosità manifesta che giustifica una repressione ad ampissimo raggio. Ma qui non vedo i presupposti per costituire un reato universale della maternità surrogata quando in altri Stati, a determinate condizioni, la maternità surrogata è consentita». 

 

Insomma nel linguaggio giuridico la forma “reato universale” non esiste, ma non solo: «Non ci troviamo né di fronte a quei crimini contro l’umanità che ovunque e da chiunque sono commessi sono repressi – dice il professor Pelissero - né fatti che presentano una dimensione di una gravità tale su quale c’è condivisione della comunità internazionale (come la tutela del minore rispetto al traffico della prostituzione). Qui la norma penale interverrebbe a sanzionare comportamenti che tenuti in Ucraina piuttosto che in Canada sono leciti secondo quel sistema. Questa è l’abnormità».

 

Abnorme, fantapolitica, follia sono gli aggettivi che si stringono intorno a questa proposta che vorrebbe vietare in Italia ciò che è già vietato (la legge 40/2004) ma che punta ad allargare la punibilità del reato anche se compiuto da un italiano all’estero. «La priorità della destra è limitare i diritti. Pnrr, alluvione, asili, inflazione vengono dopo, forse. Ora la loro urgenza è attaccare le famiglie arcobaleno e i loro figli», sottolinea il deputato del Partito Democratico, Alessandro Zan. Perché è qui la vera questione, mentre dalla maggioranza a ritmi regolari e sonoramente, si parla di “difesa delle donne”, “mercato” e “sfruttamento”, nascosta sotto i banchi è la tutela dei figli delle famiglie arcobaleno che il governo Meloni non ha intenzione di concedere anzi ostacola, dopo il divieto di trascrizioni imposto ai Comuni tramite circolare del ministero dell’interno. E sono i deputati M5S nella commissione Giustizia della Camera a tirarla fuori, agitarla di fronte alla Commissione e chiedere “fate qualcosa”. Due emendamenti a firma Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso e Carla Giuliano: «Con il nostro pacchetto di proposte, snello ma estremamente curato dal punto di vista giuridico, avremmo potuto stabilire una volta per tutte che ogni bambino ha il diritto ad avere due genitori e tutta la rete parentale. Proponevamo, e riproporremo in aula, un ventaglio di soluzioni tutte pensate nel prevalente interesse dei bambini. Peraltro con i nostri emendamenti il Parlamento potrebbe accogliere in pieno il monito della Corte Costituzionale rivolto proprio al legislatore. Ma l'Italia è in mano a una maggioranza irresponsabile che pur di seguire il suo furore ideologico calpesta i diritti delle persone e la responsabilità istituzionale». Emendamenti bocciati dunque, bambini ancora senza tutele. 

 

Nel frattempo nell’opposizione riemergono i nomi di chi cerca di riposizionarsi contro una pratica già illegale in Italia: Goffredo Bettini, Pierluigi Castagnetti, Emma Fattorini sono le firme di punta in calce all'appello  'La maternità surrogata è una pratica che offende la dignità delle donne e i diritti dei bambini'. L’appello sembra spaccare Italia Viva, con Ivan Scalfarotto che parla di «mostro giuridico» e Elena Bonetti che promette «farò la mia parte».

 

Dal fronte dem l’appello è condiviso da Valeria Valente, senatrice e già presidente della commissione sul femminicidio: «Non posso firmare l'appello visto che i parlamentari sono i destinatari ma lo condivido pienamente. Una violenza brutale contro le donne». E strattona la segreteria del suo stesso partito Elly Schlein: «Ha detto di essere favorevole alla Gpa a titolo personale e si è impegnata con tutti noi a fare una discussione sul tema. Sono certa che manterrà l'impegno».

 

Dal Nazareno non si espongono ma qualcuno azzarda: «Quella della maternità surrogata è un terreno assai scivoloso, perché sempre le questioni così delicate sui diritti sono state da noi usate come pretesto per attaccare il segretario in carica».

 

Un pretesto, un’arma politica dunque, tuttavia qualcosa di nebuloso, fatto per colpire i figli delle famiglie arcobaleno (nonostante il 90% delle coppie italiane che ricorrono alla maternità surrogata all'estero siano eterosessuali). E mentre Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d'Italia e Sottosegretario di Stato alla Giustizia festeggia «Il testo sulla maternità surrogata licenziato pone l'Italia all'avanguardia», Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno entra nel concreto della questione: «Un’avanguardia liberticida. L'Italia sarà il primo paese che andrà a colpire altri paesi molto più avanti di noi su libertà e diritti civili. Una legge strumentale: sanno che non è applicabile e costringerà le persone ad andare nei tribunali per anni, fino a che la Consulta non riconoscerà l’incostituzionalità già palese. Quello che mi chiedo è cosa faranno nel concreto? Aspetteranno le famiglie negli aeroporti per arrestare i genitori e mettere i bambini nelle case famiglia? Se l’applicazione non è ancora chiara, a livello simbolico l’aspetto più grave è lo stigma che stanno rovesciando su bambini e ragazzi nati da gestazione per altri: saranno considerati figli di un reato, così come venivano considerati quelli nati da uno stupro. Questo è il delitto politico che porta avanti il governo insieme a chi firma appelli strumentali per avvicinarsi alla destra al potere: la condanna a vita dei bambini cresciuti in famiglie (etero o omosessuali) e nati con queste tecniche che un domani saranno guardati dagli altri come frutto di un reato. A prescindere dalle proprie idee sulla GPA, chi oggi sta dalla parte di questa legge è alla stregua di un carnefice e apre una porta molto pericolosa».