Viaggio nella due giorni che ha tenuto a battesimo R2020, il movimento di ex grillini guidato dalla deputata Sara Cunial. Tra le invettive al regime del Covid-19 e un abbraccio a Trump. Ma senza Forza Nuova di Castellino. Qualcosa che potrebbe servire, in un nuovo M5S a trazione Di Battista.
Diceva Federico Fellini che a Roma, d'estate, «si trovano solamente i cinematografari e i matti». E invece no: a Roma, d'estate, si trovano anche i complottisti. Gli orfani del Movimento Cinque stelle, quelli che si sentono traditi dal governismo di Di Maio&C. Li ha riuniti la deputata no vax Sara Cunial
in una due giorni (30 giugno-1 luglio, come avevamo anticipato), all'ex Mattatoio di Roma, luogo che vide una memorabile conferenza di Alessandro Di Battista sul Franco FCA qualche tempo fa. Una incredibile Leopolda dei Complottisti che - previa l'insolita richiesta di esibire un documento all'ingresso, per partecipare - si è snodata come una specie di spin off della Leopolda originaria. Quella renziana era nell'ex stazione ferroviaria omonima, con arrembanti politici e professionisti vari, camicie bianche e tacchi. Questa nell'ex macello romano, alla Città dell'altra economia, 34 gradi all'ombra, sterminata piazza di terriccio e polvere, gazebi, tappetini da yoga, birkenstock, piedi nudi, mandala, orti sinergici condivisi, baratto multilaterale, progetti di azioni legali contro l'Aifa (per i vaccini) e il ministero dell'istruzione (per le mascherine a scuola), vaschette in plastica riciclabile con l'insalata di riso portata da casa, distribuzione di adesivi con «vibrazione positive». E con quasi seicento persone che incredibilmente, per due lunghi giorni in mezzo alla settimana, hanno tenuto a battesimo l'ultima tra le creature saltate fuori da quel magma che il Vaffa grillino addensò per la prima volta e che da allora prende forme sempre più oscure e settarie, pronte a qualsiasi evenienza.
Questa si chiama dunque R2020, sbandiera un «metodo comunitario» in contrapposizione esplicita a quello «per delega» del M5S, fa leva sulle componenti più originali e inquiete della casa madre. L'ennesima minuscola scissione – se ne contano a decine, nella politica italiana - che mette alla prova le regole della fisica e della logica. Ma del resto la base del Movimento era un territorio di vastissima flora e fauna: dall’ex elettore comunista fino agli estremisti di destra passando per i complottisti, i fricchettoni e i no-vax, tutte categorie escluse dalla politica del palazzo che ritrovarono nella visione di Grillo e Casaleggio una casa per le loro inquietudini.
Ma governare è altra cosa, e chi crede ai microchip sottocutanei, alla teoria del respiro contro le negatività e alla correlazione tra Covid e 5G non appare molto interessato a recepire i moniti del Quirinale o le raccomandazioni dell’Unione Europea, e dunque ecco qui Sara Cunial con le braccia abbronzate e le ballerine blu sorridere tutta la mattina e al pomeriggio fare il giro dei tavoli tematici, come ai matrimoni. Accanto a lei spesso si staglia alta anche la figura del consigliere regionale espulso dal Movimento, Davide Barillari, condottiero no-vax, e l’ex deputato Ivan Catalano che, passato da Grillo al Pli, alle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna si è candidato con il Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità). Fino alla vigilia, R2020 si doveva avvalere della partecipazione di pezzi di Forza Nuova capitanati da Giuliano Castellino e de “I ragazzi d’Italia” che hanno poi abbandonato la deputata, definita più volte da Castellino «la leonessa che si batte contro il pensiero unico», rea alla fine di essersi venduta al medesimo pensiero unico che quegli altri - armati di mazze e schiaffi in faccia - avevano provato a battere all’inizio di giugno a Circo Massimo. Cunial infatti nel brandizzare il suo evento ha iscritto il suo movimento nella galassia dell’antifascismo, consapevole tardivamente che fare una santa alleanza con la peggior destra italiana non avrebbe giovato ai chakra del neonato movimento politico. Il quale intanto, perduto Castellino, sbandiera niente meno che Aldo Moro, portato in alto a estremo simbolo di libertà, prima dell'avvento del «regime».
Così quando nel caldo bianco e asfissiante che avvolge l'ex Mattatoio di Testaccio sale sul palco Maria Fida Moro, figlia del presidente della Dc ucciso dalla Br nel 1978, e - occhiali a specchio, maglietta verde fosforescente – spiega che la «democrazia non c'è più» da un pezzo ma che del Covid non bisogna aver paura perché «la vita è pericolosa e può succedere sempre qualcosa», sorge il dubbio di avere una allucinazione. E invece no, è tutto vero: semmai è il virus che non esiste, chiaro. Mascherine e distanze sono infatti abolite, in questa Leopolda alternativa. I complotti invece naturalmente impazzano, dal 5G in avanti, in questa specie di Italia parallela che si raccontano gli uni con gli altri. Adesso infatti il compito principale è uno: bisogna «mettere insieme a macchina per fermare quello che ci vogliono imporre», come spiega l'ex grillino Catalano dal palco. Operazione complicata, perché «ci propinano di tutto» c'è una «manipolazione mostruosa». Sulla quale tutti concordano. Anzi «se noi siamo confusi non è per nostra stupidità, ma per la loro terribile violenza», spiega applauditissimo Maurizio Scardovelli, fondatore a Camogli di una “Libera università popolare per attuare la Costituzione” (unialeph) e qui conosciuto da tutti. Dal palco e nei tavoli più ristretti le preoccupazioni si moltiplicano. Maurizio Martucci di Stop al 5 G dice che gli Italiani sono «sotto attacco» e articola con una precisione invidiabile che «in un anno nella zona di Roma sono state montate 700 antenne, di cui 316 5 G» (faranno un sit in il 14 luglio, al Campidoglio). Giuliana Conforto, autrice fra l'altro di "Il risveglio e il gioco cosmico dell'uomo", sottolinea i rischi relativi al moto di rotazione terrestre: «Non so se lo sapete, ma il moto sta rallentando, e se cambiano i ritmi del tempo, questo mondo basato sul debito, crolla». Aiuto. Nel frattempo, «il sistema economico finanziario ha ingoiato il sistema giuridico, che ha ingoiato il sistema delle libertà culturali. La situazione è grave», proclama tra gli applausi Sabino Pavone, del comitato direttivo delle scuole Steiner-Valdorf. Steiner va fortissimo: Ambra Fedrigo, regista friulana, lo consiglia caldamente. Il polacco Piotr Javornik, vicepresidente di Stop Nop Polonia, se la prende con Bill Gates e urla: «Giù le mani dai bambini». Adele La Monica, counselor, specialista in ipnosi regressiva, scomoda l'anima: «Vogliono mettere le mani sulla nostra coscienza, sui nostri bambini, sulla nostra anima». Domenico Mastrangelo, uno di molti medici, domanda: «Abbiamo paura dei germi? Abbiamo paura di Sars-Cov2?» Domande retoriche: certo che no. Bisogna concentrarsi sui sistemi di manipolazione. Di quelli sì, avere paura.
Sovranità dunque. Alimentare, «perché il biologico è poco, bisogna abolire la filiera, cancellare il concetto di prezzo», come dice qualcuno. Ma anche militare: c'è guerra dietro l'angolo. «La guerra può essere sempre più vicina e noi dobbiamo essere pronti», chiarisce la vicedirettrice di Pandora tv, Margherita Furlan, rimpiangendo Giulietto Chiesa – cui è dedicata la sala in cui si proiettano i documentari sulla Pfas, l'affare biomassa e il legno vivo della Xylella. Mondi precisi, come quello di Enrica Perucchietti che spiega come la battaglia alle fake news nasconda l'opposto di quel che sembra: è infatti, in realtà, «una caccia alle streghe per censurare il dissenso», dice. Ma niente paura. Alicia Erazo, che si presenta come alto commissario per i diritti umani, perché fa parte di una organizzazione sociale dell'Ecuador chiamata Conmissionado International Derechos Humanos (nulla a che vedere con l'Onu), assicura: «Un abbraccio grandissimo da Trump, un abbraccio grande per lui che non vi ha dimenticato, lo sa cosa è successo in Italia, lui è con voi, non con il potere».
Difficile credere che Donald Trump abbracci fortissimo l’assemblea indetta da Cunial, ma sicuramente Alessandro Di Battista gli strizza l’occhio. È impossibile immaginare che questo piccolo esercito di complottisti e negazionisti possa trovare delle percentuali significative dentro le urne, ma può invece essere un peso numerico importante in un nuovo Movimento Cinque Stelle che, magari una volta archiviata l'esperienza di governo e digerito un addio del premier Giuseppe Conte, potrebbe tornare a cavalcare i temi delle origini. Col prode Di Battista pronto a guidare e a dar fiato ad una coalizione che rimetta al centro il richiamo antico delle scie chimiche e dei metalli pesanti dei vaccini. Si vedrà. Per adesso, anche fuori dall'ex Mattatoio, i partecipanti di ritorno a casa si dilettano ad arringare i propri seguaci su Facebook con le dirette, gesticolando ai telefonini. Un ignaro tassista li apostrofa: «Se vede che è arrivata l’estate, er sole fa male alla capoccia».