Dopo le nostre inchieste, la polizia ha liberato la base degli “Ex Irriducibili” in via Amulio.  Era il centro di tutte le iniziative del gruppo, comprese quelle illegali. Ma la battaglia tra estremisti e istituzioni nella Capitale sembra appena cominciata

È finita questa mattina all’alba l’occupazione abusiva da parte degli Ultras Lazio, eredi degli “Irriducibili” della sede di via Amulio, a Roma. Gli uomini della polizia di Stato hanno dapprima bloccato la limitrofa via delle Cave e presidiato le vie adiacenti, poi hanno murato gli ingressi del locale di proprietà dell’Inail divenuto punto di riferimento del gruppo ultras.

Un locale commerciale di proprietà dell’ente che fu occupato in origine da Forza Nuova e poi è stato al centro di uno scambio di favori tra Giuliano Castellino, ultras romanista e referente dell’organizzazione di Roberto Fiore, e il leader degli Irriducibili Fabrizio Piscitelli, freddato nell’agosto dello scorso anno al Parco degli Acquedotti.

Lo sgombero di questa mattina mette fine all’impunità dello storico gruppo ultras che nel corso degli anni si è reso protagonista di numerosi atti di discriminazione razziale, etnica e religiosa e che ha registrato il coinvolgimento di suoi esponenti in fatti delittuosi di matrice associativa legati al traffico di droga, all’usura, fino al coinvolgimento nei giorni di scorsi nei disordini di piazza del Popolo in seguito alle manifestazioni contro il lockdown.

Il percorso di sgombero, nato dalle inchieste dell’Espresso, ha visto i gruppi municipali e comunali del partito Democratico presentare due mozioni indirizzate alla presidente del VII Municipio, Monica Lozzi e alla sindaca Virginia Raggi, in cui si chiedeva la liberazione dei locali che, come documentato su queste pagine, non erano addirittura censiti negli archivi dell’Inail. Dopo la bocciatura da parte della maggioranza del parlamentino di via Tuscolana presieduto da Lozzi - portabandiera cittadina del movimento di Gianluigi Paragone, “ItalExit” -, il fascicolo è approdato sul tavolo della sindaca Raggi che ha reso esecutive le richieste, portando così allo sgombero.

Per gli orfani di Fabrizio Piscitelli detto “Diabolik” è un colpo durissimo, perché la sede non fungeva esclusivamente da ritrovo ma era la centrale operativa di tutte le attività del gruppo, dalle affissioni abusive e dagli striscioni intimidatori (l’ultimo in ordine temporale contro la collega della Gazzetta dello Sport, Elisabetta Esposito, rea di aver raccontato lo scandalo tamponi riguardante la Società Sportiva Lazio), allo smercio di sostanze stupefacenti come testimoniano numerose inchieste della magistratura.

Un luogo che era divenuto una spina nel fianco per i residenti costretti a subire da anni minacce, soprusi e costanti violazioni dell’ordine pubblico. Proprio Virginia Raggi, raggiunta dall’Espresso, ha sottolineato il valore non solo simbolico del sequestro: «Lo sgombero della sede degli ex Irriducibili segna la vittoria dello Stato, delle istituzioni ma soprattutto dei cittadini. Una cosa deve essere chiara: a Roma non c’è spazio per violenze e prepotenze. Stiamo combattendo da tempo una battaglia contro quel modo di agire arrogante, violento e fascista degli ex Irriducibili. Lo scorso agosto - continua la Raggi - per esempio, abbiamo scongiurato che la città venisse tappezzata con manifesti e striscioni che stavano preparando per celebrare il primo anniversario della morte di Diabolik. Dopo aver ricevuto una segnalazione abbiamo mandato gli agenti della polizia locale di Roma Capitale all’interno della loro sede per fermarli. Continuiamo ad andare avanti per riportare legalità nella nostra città».

Le fa eco anche Giovanni Zannola, consigliere comunale dem, estensore della mozione per lo sgombero in Assemblea capitolina: auspica che «via Amulio sia la prima tappa di un percorso che liberi tutti gli spazi occupati illegalmente da movimenti di matrice neofascista dove si producono odio, violenza e come nel caso degli Ultras Lazio centrali operative della criminalità organizzata che spesso di avvalgono del paravento di iniziative sociali e benefiche per confondere le carte in tavola».

Nel frattempo gli eredi di Fabrizio Piscitelli promettono battaglia, dopo aver recuperato alcuni oggetti dalla sede. La tensione appare molto alta e si attendono contromosse sia simboliche che pratiche. C’è l’impressione che la battaglia tra Ultras e istituzioni a Roma sia appena iniziata, una battaglia dove il calcio è solo il pretesto per continuare ad esercitare la propria pressione criminale sulla città.