Le pressioni all'Asi e a Palazzo Chigi di un'azienda vicina al Carroccio. Il ruolo del subcomissario voluto da Giorgetti. E l'ombra dell'ex presidente nei guai con la giustizia

La costruzione di un sistema di satelliti che girano intorno alla terra, diciotto milioni di euro e una richiesta “irrituale” quasi fuori tempo massimo. Una vera e propria corsa contro il tempo per ottenere i soldi prima del lancio nello spazio. Una lettera e una serie di e-mail per chiederli insistentemente. E un intricato sistema di amicizie (e consulenze) con i vecchi vertici dell’Asi finiti nei guai giudiziari e con uomini della Lega, fin dentro Palazzo Chigi. In poche parole, l’affaire Prisma.

Una storia che comincia un sabato di sette mesi fa. È il 29 settembre 2018 quando l’Agenzia spaziale italiana si vede recapitare una raccomandata. Il mittente è la Ohb Italia, costola di una delle principali società tedesche operanti nel settore aerospaziale. La lettera ha uno scopo chiaro, come si legge già dall’oggetto: “Missione Prisma – Maggiori oneri e costi sostenuti da Ohb Italia S.p.A”. Seguono dieci pagine in cui l’amministratore delegato, Roberto Aceti, motiva la richiesta: nel corso della costruzione del sistema di satelliti, la società ha dovuto far fronte a spese aggiuntive per 18 milioni e 382mila euro.

La cifra si sarebbe dovuta sommare al costo della missione stabilito per contratto, già lievitato nel corso degli anni. Nel 2007, quando l’allora presidente Giovanni Bignami decise di dare il via alla missione Prisma, il contratto firmato da Ohb e Leonardo (che avevano formato un Rti, raggruppamento temporaneo di impresa) prevedeva costi per 60 milioni. Milioni che diventano prima 66 nel 2013, quando il contratto viene rivalutato la prima volta sotto la presidenza di Enrico Saggese, e poi 83 nel 2015, con il nuovo presidente Roberto Battiston.
Nel 2018, a meno di sei mesi dal lancio dei satelliti dello spazio, sono proprio i vertici dell’Asi di Battiston che si vedono recapitare la lettera. Ma non da tutte e due le società impegnate nella costruzione dei dispositivi necessari per la missione: è infatti la sola Ohb a presentare la richiesta di soldi per le spese extra. Non si sa come la questione sia stata gestita da Battiston, a cui il 6 novembre 2018 è stata revocata la presidenza di Asi dal ministro dell’Istruzione, il leghista Marco Bussetti.

L’Agenzia spaziale viene quindi commissariata dalla presidenza del Consiglio. Appena una settimana dopo al posto di Battiston arriva un commissario straordinario, il fisico Piero Benvenuti, la cui nomina è stata caldamente consigliata dal viceministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti del Movimento 5 Stelle. A Benvenuti viene affiancato anche un subcommissario. In questo caso la nomina è di stampo leghista: Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo spazio, affiancato dal suo consigliere giuridico Stefano Gualandris e dall’ammiraglio Carlo Massagli, consigliere militare di Palazzo Chigi, fa ricadere la scelta sull’avvocato Giovanni Cinque.

L’avvocato Cinque, esperto in diritto aerospaziale, aveva già in passato avuto legami professionali con il Cira (Centro italiano ricerche aerospaziali), ente di ricerca di proprietà dell’Asi, ai tempi della gestione di Enrico Saggese. Gestione che si è conclusa nel febbraio 2014 dopo che l’allora presidente era finito al centro di un’inchiesta per corruzione e concussione per una storia di false fatture, il cui processo è ancora in corso. È stato proprio durante l’era Saggese che il Cira ha pagato compensi milionari a Cinque e allo studio legale di cui è socio.

Da inizio novembre, la lettera di Ohb con la richiesta di 18 milioni è dunque sulla scrivania di Benvenuti. Sta a lui gestire quella richiesta, considerata da molti all’interno dell’Asi come “irrituale”. Forse anche per questo la strategia dall’agenzia è temporeggiare: il contratto di Prisma sarebbe scaduto a marzo, con il lancio dei satelliti del programma nello spazio, e con lui ogni possibile pretesa di Ohb.

Ma da Ohb non demordono. Poco prima di Natale l’amministratore delegato Aceti invia una nuova richiesta. Nella lettera il dirigente di Ohb chiede all’Asi un incontro per discutere nuovamente dei 18 milioni, ma non solo: viene richiesta la presenza dei vertici dell’agenzia. Non del commissario Benvenuti però: ad essere sollecitata è la partecipazione del suo vice, il subcommissario Cinque, l’uomo di Saggese e Giorgetti. Inoltre Aceti fa un passo in avanti: invia la lettera, “per conoscenza”, al consigliere militare di Palazzo Chigi, l’ammiraglio Massagli.
Non si sa se l’incontro richiesto da Ohb, alla presenza di Cinque, si sia effettivamente svolto. Si sa però che la corsa contro il tempo della società italo-tedesca non le ha fruttato i risultati sperati: lo scorso 22 marzo, da una base nella Guyana francese, Prisma è stato lanciato nello spazio. Lancio che ha decretato la chiusura del contratto tra Asi e i costruttori.

La vicenda dei 18 milioni sembrerebbe quindi essersi chiusa così. Ma non ha incrinato i rapporti della Ohb con il governo, che anzi godono di ottima salute. A dimostrarlo è una visita, dello scorso 8 aprile, del sottosegretario Giorgetti alla sede milanese della società dell’aerospazio. Nella foto che celebra l’incontro, insieme al leghista varesotto c’è il suo consigliere Stefano Gualandris e un’altra vecchia conoscenza dell’Asi: Marco Airaghi.
Già onorevole di Alleanza Nazionale e componente del CdA dell’agenzia spaziale ai tempi di Saggese, Airaghi è ora attivo nel settore della consulenza con la sua On Air Consulting & Solutions. L’ex deputato non è l’unico proprietario: suo socio, con un terzo delle quote, è proprio l’ex presidente di Asi Enrico Saggese.

Sembra essere stato proprio Airaghi a favorire la visita di Giorgetti alla sede di Ohb l’8 aprile. Airaghi che, dopo l’esperienza con gli ex missini, sembra essere sempre più vicino alla Lega di governo: il suo nome - insieme a quello del subcommissario Cinque - era tra quelli in lizza per un posto del nuovo consiglio di amministrazione dell’Agenzia spaziale, ma le loro candidature sono cadute a inizio aprile. Ora con la presidenza di Giorgio Saccoccia, nominato a fine marzo, chissà quanti degli amici di Saggese e Giorgetti riusciranno a farsi spazio nella nuova Asi.

ABBONATI ALL'ESPRESSO DIGITALE