L'appello del presidente Sergio Mattarella ai partiti affinché si formi un esecutivo "neutrale" per evitare le urne sembra caduto nel vuoto. Torna così l'ipotesi delle urne a luglio. In questo caso, voi cosa farete?

La scena politica italiana è bloccata dal 4 marzo. Le elezioni hanno infatti portato alla creazione di un Parlamento con tre poli che, come verificato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non hanno mostrato alcuna intenzione di formare un esecutivo.

A due mesi dalle elezioni proprio il Quirinale ha proposto ai partiti la formazione di un esecutivo "neutrale" che traghetti il Paese fino a dicembre e si occupi di alcuni temi urgenti (Def, Europa, migranti innanzitutto). Uno spazio di alcuni mesi per permettere alla politica di ripartire e ai partiti di cercare nuovi accordi. E che, in caso di fallimento di questi ultimi, porti il paese al voto. Un voto che però non si terrebbe in estate.



Le reazioni di Lega e M5S al messaggio di Mattarella sono state però negative: l'ipotesi di tornare al voto a luglio torna quindi di attualità. Uno dei problemi di questo scenario è che, non cambiando la legge elettorale, esiste il forte rischio che si torni ad avere un parlamento bloccato, con percentuali non troppo diverse da quelle registrate il 4 marzo.

Proprio per questo chiedamo a voi lettori cosa farete se si dovesse tornare al voto a luglio. Le ipotesi sono cinque: rivotare il partito scelto il 4 marzo, votarne uno diverso, astenersi, andare alle urne quando ci si era astenuti il 4 marzo. Diteci quale sarebbe la vostra scelta nel sondaggio qui sopra.