Tutte le iniziative che accompagnano la grande mostra dedicata alla meraviglie della città siriana, come spiega l'archeologo Antonio Zanardi Landi

«Questa mostra, al di là del valore artistico, ha un fine politico», sottolinea Antonio Zanardi Landi. «Vuole infatti richiamare l’attenzione sui luoghi che sono il nucleo centrale della nostra civiltà, oggi teatro di conflitti e devastazioni». Già Consigliere diplomatico della Presidenza della Repubblica ?e ambasciatore dell’Italia presso la Santa Sede e a Mosca, Zanardi Landi, dopo la rassegna dedicata a capolavori del museo tunisino del Bardo, prosegue il suo impegno nel documentare l’archeologia ferita.

Da Mosca a Belgrado ad Aquileia: esiste un fil rouge tra queste città legate alla sua attività diplomatica e culturale?
«Sicuramente. Aquileia durante l’impero romano è stata la Porta verso l’Oriente, la base logistica per l’arrivo di derrate alimentari, e di canoni artistici, religioni: un crocevia di scambi e di confronti durato per secoli».

Il multiculturalismo, il transito di genti e merci sono stati elementi distintivi anche di Palmira.
«Ed entrambe le città, da strade diverse, guardavano al Mediterraneo, che era mezzo di comunicazione in senso lato: in Siria arrivavano mercanzie dall’India, dalla Cina, dalla Persia; ad Aquileia prodotti dall’Europa settentrionale e orientale; ma tutto raggiungeva Roma, circolava nelle Province, in un clima di tolleranza religiosa e culturale».

In questi ultimi anni il patrimonio culturale della Siria ha subito danni incalcolabili e, per non rivelare dove ?si trovano i reperti messi in salvo, l’archeologo Khaled al-Asaad, ucciso dai terroristi, sarà ricordato ?ad Aquileia?
«Certo. Se la scultura “Le memorie di Zenobia” dell’artista siriano Elias Naman ?ci ricorda il dramma attuale, se conferenze tematiche illustreranno ricerche archeologiche, il 26 luglio, durante l’Aquileia Film Festival, è stato proiettato il documentario di Alberto Castellani “Quel giorno a Palmira”, con un’intervista rilasciata da Khaled».