La destra esulta perché i giudici hanno respinto la trascrizione del figlio di due uomini fatta con Gpa, parere già espresso da due pronunce della Cassazione. Ma l’annullamento dei ricorsi della Procura contro le madri apre una speranza per le coppie omogenitoriali: «Siamo sulla strada giusta»

Alla vigilia del Pride di Milano arrivano novità sul fronte dei diritti delle Famiglie Arcobaleno proprio nella città meneghina. Il Tribunale di Milano ha ritenuto inammissibili tre ricorsi della Procura di Milano per l'annullamento della trascrizione dell'atto di nascita di tre figli di altrettanti coppie omogenitoriali composte da donne che hanno fatto ricorso, all'estero, alla tecnica della procreazione medicalmente assistita. E ha invece annullato la trascrizione di un minore nato all'estero da due uomini italiani.

 

Mentre la destra festeggia- «Su questo delicato tema, che continua a creare polemiche inutili in quanto la legge è chiarissima, l'unica apertura possibile è l'ipotesi avanzata dal ministro Roccella», ha subito commentato il deputato milanese di Fratelli d'Italia ed ex vicesindaco Riccardo De Corato - nelle pieghe della pronuncia del Tribunale «c’è una notizia importantissima che ci ridà fiducia dopo i fatti di Padova», ha affermato Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno

 

Il caso delle coppie di donne
La sentenza sembra un monito rivolto al Ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi e alla Procura: «È inammissibile il procedimento di rettificazione degli atti dello Stato civile utilizzato dalla Procura della Repubblica – si legge nella sentenza – per chiedere l'annullamento della trascrizione dell'atto di riconoscimento del figlio, già riconosciuto dalla madre biologica, da parte della madre intenzionale». Niente cancellazione retroattiva, dunque.

 

«Il collegio fatta una puntuale disamina della natura dell'atto di riconoscimento e dei suoi effetti e ha ritenuto che l'annullamento della trascrizione del riconoscimento non possa essere realizzato attraverso il procedimento di rettificazione, ma che sia invece necessaria l’instaurazione di una vera e propria azione volta alla rimozione dello stato di figlio».

 

Ma è sull’ultima parte che bisogna porre attenzione: «L'ufficiale dello Stato civile può rifiutare di accettare una dichiarazione di riconoscimento del figlio, ma una volta che la dichiarazione sia stata accettata – anche se per compiacenza, per errore o in violazione di legge - e sia stata annotata in calce all'atto di nascita del minore, il riconoscimento effettuato non potrà essere contestato e quindi rimosso attraverso una rettificazione».

 

Per farlo, chiarisce il Tribunale di Milano: «Sarà necessario ricorrere al modello di tutela che il nostro ordinamento prevede per la rimozione dello status di figlio (impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità, disconoscimento di paternità, contestazione di stato) ossia un procedimento svolto secondo le forme e con la pienezza di garanzie del procedimento contenzioso di cognizione e con la specifica garanzia della nomina di un curatore speciale del minore onde tutelare il relativo interesse nell'ambito della procedura».

 

Una notizia che viene accolta con entusiasmo dall’avvocata Maria Grazia Sangalli che insieme alle avvocate Susanna Lollini e Valentina Pontillo hanno assistito una delle coppie di madri per le quali la Procura di Milano aveva chiesto l'annullamento dell'atto di trascrizione dei figli nati all'estero da Procreazione Medicalmente Assistita. «Con grande soddisfazione vengono accolte le argomentazioni che abbiamo speso da sempre. Questo riconoscimento resta solido e le madri possono prendersi cura pienamente del proprio figlio. Speriamo di ottenere gli stessi risultati in Cassazione».

 

L’avvocato Michele Giarratano, legale di una delle tre coppie di donne, precisa: «Il Tribunale di Milano conferma quello che, come giuristi esperti in queste tematiche, sostenevamo già da tempo: la genitorialità di un minore, in base ai principi del nostro ordinamento, non si può cancellare con un colpo di spugna come pretende il governo e come pretendono di fare alcune procure, ma serve un'azione di stato che ha modalità e termini molto stringenti. Sono sicuro che anche il Tribunale di Padova confermerà questa strada e saranno respinti tutti e 33 i ricorsi illegittimamente presentati dalla Procura della città veneta». 

 

«Le decisioni del tribunale di Milano sulle due mamme rispettano pienamente l’identità personale e familiare ormai acquisita da bambini e bambine» commenta Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford - Avvocatura Lgbt: «Identità tutelata dalla Costituzione e che non può essere cancellata con il procedimento di rettificazione scelto dalla Procura di Milano. Si tratta dello stesso procedimento scelto qualche giorno fa dalla Procura di Padova. Già nel 2022 Rete Lenford aveva portato questa questione di rito davanti alla Corte di cassazione e quest’ultima aveva deciso diversamente, e a nostro avviso incredibilmente, da quanto fatto oggi dal tribunale di Milano. Non abbiamo mai creduto che la pronuncia della Cassazione fosse corretta e perciò abbiamo insistito nei tribunali, e insisteremo in ogni sede, per ribadire una posizione netta: lo stato di figlio non si può cancellare senza rispettare tutte le garanzie che la legge prevede proprio a sua tutela».

 

«Il Tribunale di Milano con queste sentenze traccia una strada importante che ci auguriamo possa essere percorsa e seguita anche dal Tribunale di Padova». Dichiara la presidente di Famiglia Arcobaleno, Alessia Crocini che non dimentica i due padri a cui il Tribunale ha confermato la “cancellazione” del genitore intenzionale: «Purtroppo lo stesso non è avvenuto per il caso di trascrizione di atto di nascita con due papà, ai quali viene indicata la strada dell'adozione in casi particolari, che tuttavia non assicura tutele equivalenti», aggiunge. «Siamo sempre costretti a difenderci nelle sedi giudiziarie per farci riconoscere quanto dovrebbe essere riconosciuto ai nostri figli e alle nostre figlie da una legge nazionale. Ma siamo certi, e queste sentenze lo confermano, di essere sulla strada giusta. Di certo non ci fermeremo, come ogni genitore sa, continueremo a lottare fino a che ogni bambino e ogni bambina con due mamme o due papà in Italia abbia riconosciuti gli stessi diritti di ogni altro bambino. Ci aspettiamo che da Padova arrivino le stesse conclusioni che sono poi esclusivamente a salvaguardia e garanzia del supremo interesse dei e delle minori».

 

Il caso della coppia di uomini
Il tribunale di Milano ha annullato la trascrizione dell'atto di nascita del genitore intenzionale di un minore nato all'estero da due uomini italiani, coppia omogenitoriale attraverso la gestazione per altri o maternità surrogata. Una decisione che non sorprende ed entra nella scia di quanto già espresso dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. 

 

L’iscrizione, si legge nella sentenza: «È avvenuta in violazione della normativa vigente che, vietando il ricorso alla maternità surrogata, vieta altresì la trascrizione dell'atto di nascita nella parte in cui riporta quale genitore anche quello d'intenzione (...) affermando che il diritto del minore al pieno riconoscimento del ruolo svolto dal genitore d'intenzione (...) nel progetto volto alla sua crescita, educazione ed istruzione potrà essere riconosciuto con il procedimento dell'adozione in casi particolari».