I ballottaggi danno ragione alle forze di governo: in Toscana e in Emilia è vittoria totale gialloverde. Dopo oltre 70 anni di dominio incontrastato della sinistra, Siena va al centrodestra, mentre Imola è conquistata dai pentastellati. Solo Ancona, Teramo e Siracusa restano in mano al Pd

A suo modo la tornata elettorale del 2018 rimarrà nella storia. Le roccaforti “rosse” non esistono più. I ballottaggi del 24 giugno hanno confermato una tendenza avviata già con le elezioni del 4 marzo: dall'Emilia alla Toscana fino all'Umbria, gran parte dei feudi della sinistra hanno cambiato colore politico. Un esempio eclatante è Siena, che dal Dopoguerra in avanti era sempre stata governata da sindaci di sinistra. Il primo cittadino uscente, l'esponente del Pd Bruno Valentini, è stato sconfitto per meno di 400 voti dal candidato di centrodestra Luigi De Mossi. Ma la debacle in Toscana è totale: a Pisa vince il ballottaggio con il 52,3 per cento delle preferenze Michele Conti, fortemente voluto da Lega e FdI e sostenuto anche da Forza Italia. Stessa storia a Massa: Alessandro Volpi, sindaco uscente del Pd, lascerà la poltrona in comune al leghista Francesco Persiani, che ha saputo rimontare sull'avversario nonostante lo svantaggio dopo il primo turno delle comunali dello scorso 10 giugno.

Se le città toscane si sono spostate verso destra, in Emilia è il Movimento 5 Stelle a raccogliere consensi: Imola, per 73 anni in mano al centrosinistra, avrà una sindaca grillina, Manuela Sangiorgi. La città in provincia di Bologna rappresenta un simbolo perfetto della nuova alleanza populista tra 5 Stelle e Lega: al primo turno Sangiorgi aveva preso quasi 4.500 voti in meno rispetto a Carmen Cappello, sfidante del Pd. Il ballottaggio ha ribaltato tutto, con Sangiorgi che ha staccato l'avversaria di quasi 11 punti percentuali, potendo contare sull'appoggio silenzioso ma determinante di tutto il centrodestra, Lega in testa. Magra consolazione per il Pd, la vittoria di Filippo Frittelli, che resta alla guida di Salsomaggiore, in provincia di Parma. Risultati che fanno preoccupare e non poco il Partito democratico in vista delle regionali del 2019 in Emilia-Romagna.

Anche in altre zone d'Italia la situazione non è rosea per il centrosinistra: uno dei capitomboli più dolorosi è avvenuto ad Avellino, dove Nello Pizza (Pd) è riuscito a dilapidare il netto vantaggio sul pentastellato Vincenzo Ciampi, che al ballottaggio si è imposto con il 59,5 per cento dei voti.

In Umbria la sinistra aveva già detto addio a Terni al primo turno. Un altro baluardo rosso che è finito in mano alla destra. La conquista della “città dell'acciaio” è stata infatti un derby di governo tra il leghista Leonardo Latini e il grillino Thomas De Luca, con il primo che ha nettamente vinto con il 63,4 per cento dei consensi.

I leader della destra possono dunque festeggiare. Matteo Salvini ha affidato a Twitter i suoi pensieri post-elettorali: «Storiche vittorie della Lega in Comuni amministrati dalla sinistra da decenni. Più la sinistra insulta, più i cittadini ci premiano». Stessi toni trionfalistici per Giorgia Meloni che sottolinea: «Dove FdI è il secondo partito del centrodestra si vince ovunque». Il vicepremier Luigi Di Maio esulta per la conquista pentastellata di Imola e Avellino: «I nostri candidati con una sola lista hanno battuto delle accozzaglie di decine di liste composte da quelle persone che hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo in queste città. Davide ha battuto di nuovo Golia. Con una lista, pochi fondi ma tanto amore per queste città e per questo Paese».

Poche, anzi pochissime le soddisfazioni in casa Pd: gli unici capoluoghi a resistere all'avanzata gialloverde sono Ancona, Siracusa, Brindisi e Teramo. Nella città marchigiana è netto il successo della sindaca uscente Valeria Mancinelli (63 per cento) sul candidato della Lega Stefano Tombolini. A Siracusa Fabio Italia ha sovvertito i pronostici e ha avuto la meglio su Ezechia Paolo Reale, candidato di centrodestra. Va però sottolineato che Italia si era presentato con una propria lista e il Pd lo ha appoggiato solo al ballottaggio. Nel capoluogo di provincia abruzzese il democratico Gianguido D'Alberto ha vinto su Morra del centrodestra, nonostante un ampio svantaggio dopo il primo turno. A Brindisi i democratici hanno avuto la meglio con Riccardo Rossi che ha battuto il candidato di Forza Italia.

Due elezioni curiose a Imperia e Messina: il sindaco della città ligure sarà Claudio Scajola, ex ministro del governo Berlusconi, che ha sconfitto in una sfida tutta interna al centrodestra il candidato appoggiato dal governatore della Regione Giovanni Toti. A Messina ha trionfato invece Cateno De Luca, famoso per essersi spogliato nel 2007 nell'Assemblea regionale siciliana per protestare contro l'allora presidente Micciché e finito sotto inchiesta per abuso d'ufficio ed evasione fiscale.