La protesta diventa l’esempio della lotta contro il lavoro povero, i contratti pirata e per il salario minimo

Il 30 maggio, i lavoratori e le lavoratrici di Mondo Convenienza hanno iniziato uno sciopero permanente a Firenze, nel magazzino di Campi Bisenzio sotto lo slogan «la vostra forza è lo sfruttamento». Montatori, facchini e autisti si sono mobilitati contro la modalità delle cooperative in appalto di Mondo Convenienza che, nei vari magazzini d’Italia, applica il contratto nazionale pulizia, nonostante, com’è chiaro, si tratti di lavori di logistica.

 

Da questo emerge la prima rivendicazione: l’applicazione del contratto nazionale appropriato, questione altro che formale, dal momento che si parla di differenze retributive di circa 500 euro lordi al mese. In media, le ore di lavoro vanno dalle 10 alle 14 ore al giorno, dal lunedì al sabato, senza nessun tipo di sicurezza nelle fasi di montaggio e smontaggio; da qui la seconda rivendicazione. L’azienda è indagata per caporalato e sfruttamento presso i tribunali di Bologna e Torino.

 

Una persona sotto i post social dei Si Cobas commenta: «Mi avete ricordato José João Craveirinha quando scrive “io sono carbone.” Ci usano come carbone, forza motrice? E noi bruciamo, bruciamo tutto». Nei mesi, lo sciopero si sta allargando a macchia d’olio nei magazzini d’Italia: a Riano, a Settimo Torinese e a Bologna, così come all’interno dello stesso magazzino di Campi Bisenzio, superando paura e dinamiche di caporalato delle cooperative in appalto.

 

Già dal secondo giorno è stata massiccia la presenza delle forze dell’ordine che hanno sgomberato con la forza i presidi per far passare i camion. Anche a Bologna, i vari caporali della cooperativa, hanno picchiato i lavoratori in sciopero. Uno dei lavoratori, Muhammad Rashid, è stato portato in ospedale con una prognosi di 40 giorni, i denti spaccati e un gomito rotto. È stata essenziale la solidarietà degli altri lavoratori del sindacato Si Cobas che dagli altri magazzini logistici, dalle altre fabbriche tessili, così come il Collettivo di Fabbrica Gkn e le realtà studentesche fiorentine.

 

Il 27 giugno c’è stato un tavolo in Regione Toscana con l’azienda, durato 8 ore, in cui Si Cobas, Cgil e l’amministrazione di Campi Bisenzio chiedevano a Mondo Convenienza l’inserimento di un marcatempo. Il secondo punto discusso durante il tavolo è stato quello di modificare il meccanismo della “trasferta” che si ottiene, mensilmente, lavorando più di 22 giorni al mese. Significa che, se ci si ammala e, per esempio, si fanno 20 giorni di lavoro, viene tolta la trasferta del mese intero e si perdono, così, fino a 800 euro del proprio stipendio. L’azienda si è rifiutata di procedere con la trattativa su entrambi i punti.

 

Lo sciopero è così continuato e si sono inasprite le violenze nei confronti di chi scioperava. L’11 luglio, più di 200 persone hanno bloccato per diverse ore il negozio di Mondo Convenienza a Prato. Essendo in sciopero da un mese e mezzo, e lavorando a cottimo, le prossime buste paga saranno vuote.

 

Questa vertenza è un simbolo della lotta contro il lavoro povero, contro i contratti pirata, per il salario minimo e contro l’applicazione dei contratti nazionali pretesto per sfruttare di più. Come sopravvivere con 1180 euro lordi al mese? Che società è quella in cui si nasce senza poter sopravvivere? «Degli oppressi faremo una nazione», scrive Cronache Ribelli, allora sì che potremmo festeggiare una qualche festa dell’Unità.