La musica è la sua aspirazione sin da piccolo. Per questo si trasferisce a Milano in cerca di fortuna. Invano. Poi il ritorno nella sua Sicilia e l’incontro con il maestro. Il sogno della vita che si avvera su una spiaggia

Giovanni Caccamo nasce a Modica nel 1990. Quando muore il papà, è molto piccolo e la musica diventa lo strumento di dialogo con la sua assenza. Studia canto e sogna di fare il cantautore, ma, quando lo racconta a sua mamma, lei, come molte madri abituate alla concretezza, gli fa presente che l’arte non è una vera e propria professione. Almeno non per tutti. Così si iscrive alla facoltà di Architettura. Di giorno è uno studente modello, ma dalle diciotto in poi diventa un sognatore.

 

Per quattro anni si apposta a Milano fuori dalle sedi delle etichette discografiche, portandosi dietro le foto dei discografici per riconoscerli più facilmente e consegnando un cd con le sue musiche incise a casa, in modo amatoriale. Lo stalker gentiluomo non demorde per trentotto volte, trentotto appostamenti fino alla resa. Chiama sua madre e le dice: «Avevi ragione. Resterò un architetto con la passione per la musica».

 

Un giorno, rientrato in Sicilia, viene a sapere da un’amica che Franco Battiato ha affittato una casa al mare sulla spiaggia di Donnalucata. È il 9 agosto del 2012, Giovanni come una sirena sente quel richiamo e decide di appostarsi dietro un cespuglio per quattro ore, in attesa che quello che considerava il suo maestro uscisse di casa. Suda, è agitato, ma non si muove di un millimetro. Quando Battiato lo vede sembra infastidito per quell’invadenza, ma accetta il cd. Giovanni decide di non pensarci più.

 

Dopo qualche ora il suo cellulare abbandonato in un angolo di casa riporta cinque chiamate anonime e un messaggio in segreteria. «Ho ascoltato il disco, ci vediamo domani alle 11 in spiaggia ciao». Nasce così la loro collaborazione, una grande amicizia. Dopo aver prodotto il primo singolo di Giovanni, “L’indifferenza”, Battiato lo sceglie per l’apertura dei suoi concerti.

 

«Nel caos di Milano nessuno si è fermato ad ascoltarmi e, invece, proprio la lentezza da cui ero fuggito ha dato a Battiato quella possibilità: la Sicilia mi ha regalato l’occasione più preziosa della vita. Oggi ringrazio chi mi ha demotivato, chi non ha creduto in me. Le secchiate sulla fiamma della mia passione mi hanno temprato e messo alla prova, rendendo la mia fiamma più robusta e forte».

 

Da questa esperienza testarda Giovanni ha continuamente pensato al valore dei sogni. Sono arrivate la vittoria al Festival di Sanremo, le collaborazioni con Malika, Elisa, Andrea Bocelli. Fino al suo ultimo disco “Parola” con la partecipazione di Patti Smith, Willem Dafoe, Liliana Segre e altre straordinarie voci, in risposta a un appello di Andrea Camilleri che chiese ai giovani di far partire un nuovo umanesimo.

 

«Sentivo, però, come non fosse sufficiente la mia risposta all’appello per far partire un umanesimo, così ho prodotto un concorso di idee: “Parola ai giovani”, rivolto agli under 35, per raccogliere idee visionarie per edificare il futuro». La domanda è: «Che cosa cambieresti della società in cui vivi e in che modo?». Da migliaia di testi raccolti dal Web, in tavole rotonde in università, nelle carceri e nei centri di accoglienza, sono stati selezionati 60 scritti che saranno pubblicati a maggio da Treccani nel volume “Manifesto del cambiamento”: una raccolta di luce in questo presente nebuloso. La parola scelta da Giovanni è gratitudine. E la vostra?