Tanto alla fine fanno Gentiloni (voto 8) o, più probabilmente, cambiano le chiavi della serratura a Mattarella (voto 10) in modo che non possa più uscire. Le recensioni senza inutili millantarie

Settennato di cattivi pensieri
Plagio maldestro

Il grande Gianni Mura (voto 10) teneva su Repubblica (voto 11) una sberluccicante rubrica settimanale in cui attribuiva giudizi numerici ai protagonisti della realtà italiana (voto 8 se devi farci un film di Paolo Sorrentino, tra il 2 e il 3 se sei un lavoratore in cantiere, 10 se sei un qualunque commentatore e devi parlare di Mario Draghi). Già nel recente passato (voto 6-) mi era capitato di usurparne il linguaggio a scopi celebrativi, ed è quello che mi accingo a rifare in una sorta di plagio carpiato (voto 6,5 per il giudice russo, 6 per quello tedesco, 7 per quello di Malta, etc.), dacché ho in animo di elaborare anche le previsioni del tempo (6 alle previsioni, 8 al tempo nel momento in cui scrivo, con tendenza al 5) o, meglio, del futuro, che Michele Serra (voto 10+) soleva elaborare sulle ultime curve di ogni anno solare.

Dieci e lode con battimani, abbraccio accademico e limone entusiasta va ovviamente al presidente del consiglio, che rischia di traslocare verso il Colle (nel senso di Quirinale, voto 8, e non di Oppio, voto oppio) in virtù di un empito di vanità che già fu ostile a un uomo a lui molto affine, Mario Monti (voto 9.7, cioè 8 più Iva), il quale però operava in regime di austerity (voto 4) e non di Pnrr (voto sospeso) e dunque si fidò troppo dell’italico innamoramento nei di lui confronti, tanto da fondare un partito (voto 3, come le percentuali che ottenne) e pagarne le conseguenze (voto 8, se sono dell’amore, film sempre di Sorrentino che un’occhiata la merita tutta).

Draghi però opera in regime di spesa (voto, diversi miliardi) e soprattutto non necessità del voto popolare (voto 4, è spesso sopravvalutato). Ragion per cui potrebbe davvero fare il grande passo (voto 6 se è di valzer, 4 se è una mazurka, 8 se la suonano gli Extraliscio) a patto di non essere sgambettato dall’ostilità di Salvini (5), Meloni (III), Renzi (IV) e soprattutto dal sostegno di Enrico Letta, la cui strategia di morte apparente (voto 9, se sei Houdini) ha portato il Pd a percentuali che non vedeva dal 33 d.C (voto 3x3 alla resurrezione).

Mentre la Destra propone Letizia Moratti (voto 7,5 all’impalcatura che le sorregge la messinpiega) e Marcello Pera, che Silvio Berlusconi (voto Italia Uuuuno!) apprezzerebbe solo se fossero un paio, l’ipotesi più probabile resta quella di Giuliano Amato, già delfino di Bettino Craxi (voto 15 per cento) che piace al centro (voto trattabile) e anche alla Sinistra (voto politico) che ha dimenticato che quel Psi (voto almeno il 10 per cento) era progressista come un frontale in autostrada. Resta perciò la più improbabile delle opzioni: una donna (voto alto in genere). Ma la politica tricolore (voto 9 se sei Steno) valuta la possibilità con lo stesso divertito distacco di cui davano sfoggio gli schiavisti (voto 0) quando frequentavano gli zoo umani negli Usa che furono (voto comunque 5.5).

Tanto alla fine fanno Gentiloni (voto 8) o, più probabilmente, cambiano le chiavi della serratura a Mattarella (voto 10) in modo che non possa più uscire. Che poi, con tutto ‘sto Covid in giro, presidente, un altro annetto lì mica sarebbe una iattura. Solo allora potremmo essere certi di conferire, a ‘sto 2022, almeno una risicata sufficienza. Buon anno e grazie.