Quale concime ha fatto germogliare ?il Rosatellum? Si sa, ma non si dice: l’intenzione d’azzoppare i 5 Stelle, di penalizzarli alle prossime elezioni. Anzi ?si dice, dato che la denuncia proviene perfino da osservatori insospettabili ?di simpatie grilline, come Paolo Mieli (Piazza pulita, 13 ottobre). E con quali marchingegni? Uno su tutti: i collegi uninominali (231 alla Camera e 116 al Senato), che coprono il 36 per cento del totale. Perché lì, nella quota maggioritaria di questa creatura ibrida, l’unico posto in palio va al candidato più votato, e ogni candidato si collega a un arco di liste ?che l’appoggiano. Insomma, un premio ?di coalizione, benché non dichiarato.

Il guaio (per i grillini) è che loro non ?si coalizzano nemmeno con se stessi, sicché possono contare sui propri voti ?e basta. A differenza del centro-destra, che si prepara a far man bassa al Nord, dove la Lega è più potente; e del centro-sinistra, ovvero la somma di Renzi, Alfano, Pisapia, che parte favorito al Sud. Senza contare che i 5 Stelle propongono candidati giovani, spesso poco conosciuti; una lotta impari rispetto ?ai notabili reclutati dagli altri partiti. ?Da qui il delitto perfetto: con la scusa d’introdurre correttivi maggioritari sull’impianto proporzionale del Rosatellum, con il pretesto della governabilità, la loro rappresentanza parlamentare viene affettata ?come un bel salame.

È un delitto politico, non costituzionale. ?In via di principio, infatti, il premio di coalizione non offende né la Costituzione né la democrazia italiana, dato che la democrazia nella sua essenza è compromesso, è accordo fra diversi. Però in questo caso s’affacciano alleanze di cartone, senza un programma comune, senza un leader riconosciuto da tutti ?i contraenti; ciascun partito presenta ?il suo programma, la sua bandiera, ?il suo capoccia, perciò il voto alla coalizione diventa schizofrenico, ?non serve a governare, serve ?a impedire il governo dei grillini.
Succederà davvero? Una simulazione Ipsos, pubblicata il 13 ottobre dal Corriere della Sera, disegna uno scenario opposto: con il Rosatellum i 5 Stelle diventerebbero il primo partito, addirittura con qualche deputato in più rispetto al Consultellum tuttora in vigore. Mentre al Pd la riforma costerebbe 15 seggi, oltre al primato elettorale. Sicché l’omicidio rischia di trasformarsi in un suicidio, ?in un gesto autolesionista. Del resto, ?non sarebbe il primo caso. Nel 2005 ?il governo Berlusconi III brevettò il Porcellum, con l’idea di trarne vantaggio alle elezioni dell’anno successivo; invece le perse, consegnando la vittoria a Prodi; se avesse lasciato sopravvivere la legge precedente (il Mattarellum), avrebbe ?vinto lui. Mentre nel 2001 la riforma “federalista” del Titolo V, varata in fretta ?e furia dal governo Amato in vista dell’imminente campagna elettorale, ?finì per favorire il successo della destra.

Insomma, tu pensi di tirare uno sgambetto al tuo avversario, invece gli dai una spintarella. Nella vita capita di rado, in politica succede e risuccede. Perché è questo il vero crimine dei politici italiani: non sono capaci nemmeno ?di realizzare i propri crimini.