Sono almeno 50 proposte di legge negli Stati Uniti contro le persone transgender. Anche Springsteen si è schierato per i diritti Lgbt annullando un concerto in North Carolina, per protestare contro la legge sull’accesso ai bagni pubblici appena approvata: «Ci sono cose più importanti di un concerto rock e la lotta contro il pregiudizio e il bigottismo è una di queste»

Limitare l'accesso ai bagni pubblici o agli spogliatoi dei centri sportivi, vietare i matrimoni, revocare il diritto alle cure mediche: negli Usa si moltiplicano le proposte di legge contro le persone transgender, e la decisione di Bruce Springsteen di annullare il suo concerto a Greensboro, in North Carolina, ha indicato soltanto la punta dell'iceberg.

The Boss ha spiegato ai suoi fan che "ci sono cose più importanti di un concerto rock" e che "la lotta contro il pregiudizio e il bigottismo è una di queste". La bathroom law del North Carolina, la norma che obbliga a usare le toilette corrispondenti al sesso registrato alla nascita, è stata la prima a entrare in vigore, in marzo, e un'altra simile è stata approvata qualche giorno fa in Mississippi.

Ma secondo le associazioni per i diritti Lgbt sono almeno una cinquantina le proposte di legge anti­trans depositate o già in discussione in diversi stati Usa. La metà di queste, in particolare, sono indirizzate alle scuole e a regolare la vita di bambini e adolescenti.

Un rapporto della fondazione Human Rights Campaign, stilato lo scorso febbraio, calcola che nel 2016 sono già 44 le proposte di legge presentate negli Usa per la limitazione dei diritti delle persone trans, solo una parte dei 175 progetti normativi indirizzati più generalmente contro i diritti Lgbt. In base al monitoraggio continuo dell'associazione Ncte (National Center for Transgender Equality) negli ultimi giorni sono già salite a 50.

Un trend in forte crescita, visto chenel 2015 le proposte anti­transgender erano state 21 (parte di 125 anti­Lgbt). Il campo di battagliasi fa sempre più affollato, da una parte e dall'altra: se il 2015, secondo le associazioni, ha rappresentato un punto di svolta per la questione trans, grazie al dibattito pubblico creato dal caso di Caitlyn Jenner (al secolo il famoso campione olimpico William Bruce: l'anno scorso ha annunciato la sua transizione) e dalle importanti aperture del presidente Barack Obama, dall'altro lato si è registrato un preoccupante incremento delle violenze contro le persone trans, in particolare di colore, con un record di vittime di omicidio, almeno 21 in tutti gli States.

L'80% delle proposte anti­transgender intende limitare l'accesso nei bagni degli edifici pubblici, delle scuole primarie e secondarie, delle università e dei centri sportivi: dal Wisconsin alla Virginia, dal Minnesota al Kentucky, non importa se lo stato sia ad amministrazione repubblicana o democratica, questi progetti prevedono che si potrà entrare soltanto nella toilette che corrisponde al sesso registrato alla nascita.

In alcuni testi si fa riferimento non soltanto al documento d'anagrafe, ma anche ai "cromosomi" (come se tutti avessero disponibile un proprio esame del dna) o al fatto che sia stato eseguito o meno un intervento ai genitali. In Indiana arrivano a precisare che "si definisce femmina chi ha almeno un cromosoma X e nessun cromosoma Y", e "maschio chi ha almeno un cromosoma X e uno Y".

Si presuppone quasi, insomma, che gli altri frequentatori dei bagni possano fare un esame anatomico o cromosomico all'istante, e nel caso chiamare la sicurezza: in alcune proposte si prevedono addirittura multe pecuniarie (fino a 5 mila dollari) o sanzioni penali (fino a 5 anni di carcere) per chi dovesse sbagliare toilette. In Kansas uno studente che andando in bagno dovesse imbattersi in una persona trans che ha violato le regole, potrebbe far causa al college e ottenere fino a 2500 dollari di risarcimento.

Altre proposte vietano di far parte di squadre e club sportivi a meno che non siano composti da persone corrispondenti al proprio sesso di nascita. Le associazioni protestano contro la "violazione della privacy" e la "pesante umiliazione" che si imporrebbe alle persone transgender in tutti questi casi, spiegando che rischiano di essere esposte alle molestie e a possibili violenze: in tanti posti di lavoro, scuole e università, aggiungono, molte di loro hanno già rinunciato a usare quotidianamente i bagni condivisi per paura di gravi conseguenze.

Tra quelli elencati, ci sono poi progetti normativi che puntano a vietare o a rendere più difficili le nozze tra persone trans: una ad esempio, in Oklahoma, richiede al cittadino di dichiarare se si sia mai sottoposto a intervento chirurgico di riassegnazione del sesso, e nel caso questo dato verrà stampato sul certificato matrimoniale. In un altro testo di legge si prevede che il "marito" della coppia debba essere "nato naturalmente maschio, così come dichiarato sull'atto di nascita", e che analogamente la "moglie" debba essere "nata donna", anche lei con tanto di timbro d'anagrafe.

Ci sono poi proposte che puntano a revocare l'assistenza medica per portare avanti la transizione: ai detenuti (ad esempio in South Carolina), o agli adolescenti dell'Oregon, che non potranno più ricevere la copertura delle spese per i medicinali che bloccano la pubertà, per le cure ormonali o per gli interventi chirurgici di cambio del sesso.

Quest'anno sono stati introdotti due nuovi tipi di proposte: quelle che tendono a vietare il cambio di sesso nei documenti anagrafici, annullando ad esempio tutti i certificati intervenuti successivamente e che riportino dati differenti rispetto a quello di nascita. E quelle che esonerano amministrazioni pubbliche e imprese dall'obbligo di fornire servizi alle persone trans perché in base a "sincere convinzioni e credo religiosi ritengono che il sesso biologico sia definito e immutabile così come è determinato dall'anatomia e dalla genetica al momento della nascita".

Tutte disposizioni locali che tendono a neutralizzare le conquiste realizzate a livello federale grazie all'amministrazione Obama. E che mettono tante istituzioni, in primis le scuole, davanti a un bivio: se accetteranno di limitare i diritti dei transgender, gli istituti di istruzione dovranno rinunciare ai finanziamenti del Titolo IX, legati esplicitamente alle leggi anti­discriminazione delle persone Lgbt.

Ben 4,5 miliardi di fondi federali a rischio. Senza contare il danno per tante imprese e per l'occupazione: Paypal, il colosso del credito on line, ha rinunciato a insediare una sede già programmata a Charlotte, in North Carolina, scrivendo insieme a 120 altre aziende (tra cui Google) una lettera al governatore repubblicano Pat McCrory in cui si sollevano obiezioni alla nuova legge.

Infine, soprattutto, c'è la violazione dei diritti umani e civili, la minaccia alla stessa vita delle minoranze sotto attacco: la più ampia inchiesta mai condotta sulle persone trans negli Usa – la National Transgender Discrimination Survey elaborata nel 2011 dal National Lgbtq Task Force e dal National Center forTransgender Equality (Ncte) ­ registra un tasso di propensione al suicidio dieci volte superiore tra le persone transgender (46,5%) rispetto alla generalità della popolazione (4,6%).

E indica tra le cause di depressione e disagio proprio i divieti di accesso ai bagni e più in generale ai servizi pubblici, oltre agli episodi di bullismo, molestie e aggressione subiti nei college, nelle università e nei centri sportivi da parte di compagni di scuola, insegnanti o personale che lavora in quelle stesse strutture.