Una rappresentazione che unisce storia del fascismo e acrobazie. E dimostra che l’arte circense merita di conquistare i teatri

Stavolta parliamo di circo contemporaneo. Negli ultimi anni anche in Italia (finalmente!) gli spettacoli circensi cominciano a comparire nelle stagioni dei teatri e persino ad avere dei festival interamente dedicati. Cosa significa? Che i numeri più tradizionali di giocoleria e acrobazia (no no, niente animali) sconfinando nella musica, nella danza, nella poesia si avvicinano sempre di più al mondo del teatro, con risultati spesso molto interessanti.

 

Nel nostro Paese dei veri pionieri in questo settore vengono considerati i fondatori del Circo El Grito. La compagnia è nata nel 2007 a Bruxelles dall’incontro fra Fabiana Ruiz Diaz (Uruguay) e Giacomo Costantini (Roma) e nel corso degli anni si è esibita nei luoghi più diversi. Solo nella Città Eterna di recente l’abbiamo vista all’opera al Teatro Vascello, all’Auditorium Parco della musica e al CircoinFest del Teatro di Roma. Per l’occasione è stato montato negli spazi esterni dell’India lo chapiteau, dove è andato in scena “L’Uomo calamita” (produzione Circo El Grito e Wu Ming Foundation), uno spettacolo che mette insieme la magia del circo con il fascino della Storia, raccontata attraverso i numeri illusionistici dell’Uomo Calamita (Costantini), le parole di Wu Ming 2 (Giovanni Cattabriga, che in scena è il narratore con tanto di leggìo) e la musica live di Cirro (Fabrizio Baioni, che dietro la batteria sfoga la sua rabbia).

 

C’è una storia da raccontare, dunque, una storia di Resistenza. L’ha scritta Wu Ming 2 (è anche un libro illustrato da Marie Cécile e stampato a mano da Strane Dizioni), autore del collettivo che esordì più di vent’anni fa con il romanzo “Q” (Einaudi). Durante la seconda guerra mondiale i fascisti rendono illegali i circhi di etnia rom. Molti artisti si ritrovano senza lavoro. E Lena, una bambina di 8 anni, senza il suo supereroe, l’Uomo Calamita, che si arruola nella brigata partigiana Leone, combattendo il nazifascismo con astuzia.

 

Un vero eroe l’Uomo Calamita, con numeri uno più surreale dell’altro: dai cucchiai di ferro che restano inspiegabilmente attaccati al corpo fino al famosissimo numero di Houdini - proprio quello in cui si cala ammanettato in una cabina piena di acqua riuscendo a liberarsi - qui riproposto con successo fra l’incredulità del pubblico. Dramma circense e romanzo storico si intrecciano amalgamando tutte le forme di funambolismo, quella del corpo, della lingua e della musica, per dirci che anche attraverso l’arte si può vincere l’orrore e guadagnare la libertà.

 

L’uomo Calamita
scritto e diretto da Giacomo Costantini
Rosolina Mare, “Spectacular Circus”, dal 3 al 6 agosto

 

APPLAUSI
Festival di Resistenza, sempre un’emozione. Si chiude il 25 luglio a Gattatico (Reggio Emilia), nella casa che fu dei fratelli Cervi fucilati dai fascisti, l’edizione 2023 del festival teatrale dedicato alla memoria. Nell’ultimo giorno di programmazione pastasciutta antifascista e proclamazione dello spettacolo vincitore.

 

E FISCHI
Occasioni sprecate. I nomi “televisivi”, si sa, fanno sempre presa sul pubblico. Ecco perché spesso compaiono nelle programmazioni dei festival teatrali: il pubblico, curioso, accorre. Ma non basta di certo il grande nome per rendere bello uno spettacolo, per emozionare. Peccato. Una buona regia è fondamentale, sempre.