Un testo di Victor Hugo sulle esequie dell’imperatore morto in esilio. Che si allarga per riflettere su perdita dei maestri e sopravvivenza

I festival, lo sappiamo, sono spesso dei frullatori di creatività in cui si può trovare un po’ di tutto: grandi attori e giovani alle prime armi, spettacoli meravigliosi e performance ancora acerbe. Insomma, dal tramonto a notte fonda, la sensazione è quella di essere immersi in uno strano flusso dal quale è difficile non farsi trascinare. Un bell’esempio è Narni Città Teatro - il festival umbro diretto da Francesco Montanari e Davide Sacco -, che attira il pubblico più curioso con una programmazione in cui convivono teatro, musica, danza, poesia, con eventi (tanti!) destinati a pubblici diversi e in differenti luoghi della città.

 

Un attore che piace un po’ a tutti e che a Narni ha raccolto attorno a sé una bella schiera di fan – soprattutto per via della popolarità raggiunta attraverso il cinema e la tv - è Lino Guanciale, che non ha mai abbandonato il suo primo amore, il teatro. Ripensandoci, sono passati già vent’anni dai primi ruoli teatrali, diretto spesso da Claudio Longhi. Nel frattempo, la sua carriera è esplosa. Lo spettacolo che ha debuttato a Narni, subito dopo l’anteprima al Campania Teatro Festival, scritto e diretto da Davide Sacco, è “Napoleone. La morte di Dio” (produzione Lvf-Teatro Manini di Narni), ispirato in parte a un testo poco noto di Victor Hugo, “I funerali di Napoleone”, e più in generale spunto di riflessione sulla perdita dei padri.

 

Avvolto da un’atmosfera noir, in un cimitero abitato da due comprimari intenti a spostare, consolare, accompagnare anche con la voce, come fa meravigliosamente Simona Boo (già componente dei 99 Posse), Lino Guanciale si muove su diversi piani narrativi per raccontarci lo smarrimento che si prova quando vengono meno i nostri punti di riferimento, che siano eroi o semplicemente uomini. All’inizio ci narra del giovane Victor Hugo, che si ritrova fra la folla parigina il 15 dicembre 1840, giorno in cui, a vent’anni dalla morte, le spoglie di Napoleone tornano finalmente in patria per essere tumulate nella chiesa de Les Invalides. Drammaturgicamente è proprio quel momento storico evocato, fra attesa e sentimenti di gioia, il più interessante dello spettacolo, che poi si allontana dalla «festa di un feretro esiliato che torna in trionfo» per condurci nell’animo ferito di un figlio, in una cascata di parole forse un po’ troppo urlate. E poi chi è davvero quel padre perduto? Ma il pubblico non si pone domande e applaude commosso.

 

Napoleone. La morte di Dio
di Davide Sacco, con Lino Guanciale, Simona Boo e Amedeo Carlo Capitanelli. Udine (26 luglio); Verona (28 e 29); Bassano del Grappa (31); Napoli (7-12 maggio 2024)

 

APPLAUSI
Una passeggiata notturna nel parco sulle tracce di Ariosto. Succede in “Orlando d’amore Furioso”, testo e regia di Emanuele Conte, che torna a dirigere la compagnia del Teatro della Tosse tra boschi, uliveti e sentieri. Tutti i giorni, tranne il lunedì, fino al 29 luglio, al Parco storico Villa Duchessa di Galliera di Genova.

 

E FISCHI
Ci sono spettacoli italiani che all’estero vengono prodotti, allestiti in teatri importanti, premiati, come ad esempio “La Sorella di Gesucristo” di Oscar De Summa, che in Belgio è candidato ai Maeterlinck Critics Awards 2023. Peccato che da noi, invece, ci si accorga della bellezza di certi spettacoli sempre troppo tardi.