Maga e assassina, mentre Prometeo è incatenato in fabbrica. Così Euripide ed Eschilo ci raccontano il presente

Lassù, dalle gradinate scavate nella roccia, lo sguardo si perde verso l’infinito, in quell’azzurro che a fine rappresentazione diventa blu notte. Accade al Teatro Greco di Siracusa, luogo magico, dove il ciclo delle rappresentazioni classiche dell’Inda, la cinquantottesima, ha preso il via con due tragedie molto diverse: “Prometeo incatenato” di Eschilo e “Medea” di Euripide, più statica la prima, più dinamica e divisiva la seconda.

 

Firma la regia di “Prometeo incatenato” Leo Muscato, che affida la parte di Prometeo, punito da Zeus per aver donato il fuoco agli umani, ad Alessandro Albertin (all’altezza del difficile ruolo), costretto a recitare legato ad una ciminiera per quasi tutto il tempo della rappresentazione, ambientata in un’area industriale dismessa. In scena accade ben poco, a parte l’alternanza di personaggi (a volte un po’ macchiettistici) che si raccolgono attorno a Prometeo, dal Coro delle Oceanine alla bravissima Io - unico personaggio umano - interpretata da Deniz Ozdogan. Non era semplice rendere dinamica un’opera incentrata sulla storia di un eroe incatenato. Ma Muscato e il suo cast ce la mettono tutta. E anche Roberto Vecchioni, che firma la traduzione e si accaparra gli applausi della prima (fino al 4 giugno).

 

In tutt’altra direzione va la “Medea” di Euripide, tradotta da Massimo Fusillo e diretta da Federico Tiezzi, che ne fa un dramma novecentesco in cui predominano il bianco e blu (scene Marco Rossi, costumi Giovanna Buzzi), e dove accade di tutto: tradimenti, vendette, uccisioni. Il perno del dramma è lei, Medea, interpretata da una magnetica Laura Marinoni che ricorda la Nora ibseniana di “Casa di bambola”. Medea la strega, Medea la sciamana, Medea la straniera che viene dalla Colchide, ma anche Medea pazza d’amore e perfino eroina protofemminista. Nonostante le sue azioni atroci (compresa l’uccisione dei figli) annunciate dal Nunzio (Sandra Toffolatti), il pubblico sta dalla sua parte, sin da quando pronuncia quella battuta rivolta a Giasone (Alessandro Averone, perfetto seduttore): “Bastardo”, dice Medea all’uomo per il quale ha tradito la sua famiglia e che ora l’abbandona per gettarsi fra le braccia della figlia di Creonte (Roberto Latini). Davanti ai nostri occhi si consuma lo scontro: il dionisiaco contro l’apollineo, il disordine contro l’ordine, l’arcaico contro il post-industriale. Vano sarà il tentativo finale della servitù di lavare il sangue. Tutto il regno ormai è crollato, e Medea, vincitrice, osserva dall’alto, in salvo sul carro del dio Sole.

 

“Medea”
di Euripide
regia di Federico Tiezzi
Siracusa (fino al 24 giugno); Pompei (1-2 luglio); Verona (12-13 settembre).

 

APPLAUSI
Indossate scarpe comode e lasciatevi guidare dalla voce in cuffia. Torna in scena lo spettacolo “on the road” scritto e diretto da Nicolas Buysse, Fabrice Murgia, Fabio Zenoni: “Walking therapy”, con Gregory Eve e Luca Avagliano (produzione Fondazione della Toscana). Teatro Gerolamo di Milano, dal 9 al 16 giugno. Da provare.

 

E FISCHI
Se n’è parlato poco. Eppure l’alluvione dell’Emilia Romagna ha causato danni anche al patrimonio culturale, dalla biblioteca Manfrediana di Faenza al Teatro Rossini di Lugo. Per ripristinare l’accesso e la sicurezza di questi luoghi, il Ministero della Cultura ha previsto l’aumento di un euro all'ingresso dei musei. Può bastare?