Un dramma distopico per interrogarsi su violenza, estremismo, lotta politica. E sulle parole di Salvini, Bolsonaro, Trump e Orbán

Il dubbio, quelle domande che ti frullano nella testa e che non riescono a trovare una risposta. Ma la libertà di porsi degli interrogativi è la spina dorsale della democrazia. E allora è giusto ricorrere alla violenza nel nome della libertà? Si può arrivare a uccidere per un mondo migliore? “Catarina e a beleza de matar fascistas”, del drammaturgo e regista portoghese Tiago Rodrigues, attuale direttore del Festival d’Avignon, non è un invito alla lotta armata, né un incoraggiamento all’uso della violenza. Ma, certo, quel monologo finale scritto cucendo insieme più di 200 ore di discorsi di Salvini, Bolsonaro, Trump, Orbán, Ventura è un assemblaggio di assurdità urticante, un concentrato di sovranismo, razzismo, sessismo, omofobia...

 

E dunque? E dunque, di questi tempi, forse è proprio il caso di vederlo lo spettacolo Premio Ubu 2022 che un anno fa, quando andò in scena a Roma e a Modena (una produzione Teatro Nacional D. Maria di Lisbona), fece gridare allo scandalo alcuni esponenti di Fratelli d’Italia che ritenevano inopportuna la messa in scena, equivocando il senso di questo lavoro, che esalta il potere della parola e del dialogo. Nei prossimi giorni sarà alla Biennale di Venezia. La 51esima edizione del Festival Internazionale del Teatro, curata da Stefano Ricci e Gianni Forte, fino al primo luglio ospiterà artisti italiani e internazionali, da Amando Punzo a cui va il Leone d'oro, al palestinese Bashar Markus e, appunto, a Tiago Rodrigues.

 

Ma cosa racconta “Catarina”. È la storia di un rito di famiglia, che da oltre settant’anni uccide un fascista all’anno, sequestrato per l’occasione perché la Destra ormai ha la maggioranza dei voti. Siamo nel 2028 e in questa famiglia che vive in una casa di campagna nel sud del Portogallo tutti si chiamano Catarina, in ricordo di Catarina Eufémia, una bracciante assassinata nel 1954 durante la dittatura fascista in Portogallo per aver scioperato dopo aver chiesto un aumento. Da quel giorno ogni anno muore un fascista. Stavolta tocca alla più giovane uccidere, ma è incapace di farlo. Al suo rifiuto si apre il dibattito, una conferma di quanto il teatro politico di Rodrigues attraverso il dubbio cerchi di decifrare i nostri tempi: l’impotenza della democrazia, la minaccia del totalitarismo, il consenso, l’opportunismo politico sono tutte questioni affidate a un eccezionale cast in gonnella (Isabel Abreu, António Afonso Parra, Romeu Costa, António Fonseca, Beatriz Maia, Marco Mendonça, Carolina Passos Sousa, Rui M. Silva), che al suon di “Fischia il vento” porta in scena uno scontro antico, quello tra passione e ragione.

 

Catarina e a beleza de matar fascistas
testo e regia Tiago Rodrigues
Venezia (30 giugno e 1 luglio)

 

APPLAUSI
Torna a Stromboli la Festa del Teatro Eco Logico, rigorosamente “a spina staccata”, quindi senza corrente elettrica (24 giugno-3 luglio). Tra i tanti artisti e spettacoli, da segnalare il monologo “Rocco Scotellaro. Tra natura e lotta contadina” di e con Ulderico Pesce, omaggio al poeta contadino nel centenario della sua nascita.

 

E FISCHI
Studio, anteprima, prova aperta, reading. Nomi diversi per indicare che uno spettacolo è “work in progress”. Ogni lavoro segue le proprie tappe, ma se non si è ancora arrivati alla fase finale perché ostinarsi a presentare lo spettacolo in pubblico come “prima nazionale” quando si va in scena con il copione tra le mani?