Canta, recita, guida gli altri artisti. Nei panni dell’alter ego di David Bowie, il frontman degli Afterhours tiene in piedi un intero spettacolo, eccezionale sul fronte musicale. Eppure non mancano le criticità

Agli amanti di David Bowie non sarà sfuggito lo spettacolo attualmente in tournée, “Lazarus”, un’opera rock interpretata dal cantante e frontman degli Afterhours Manuel Agnelli, affiancato dalla cantautrice (vincitrice di X-Factor Italia) Casadilego, la coreografa e danzatrice Michela Lucenti, e da un ricchissimo cast di attori e musicisti.

 

In effetti, dal punto di vista musicale, “Lazarus” è uno spettacolo notevole. Curioso, invece, il testo, ispirato a “The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla terra)” di Walter Tevis, qui nella versione italiana curata da Valter Malosti che firma anche la regia. Un testo scritto da David Bowie poco prima della sua morte con il drammaturgo irlandese Enda Walsh, diventato, dunque, una sorta di testamento creativo, dove si affollano – nella figura di Newton/Agnelli – tutti i temi a lui cari, già presenti nei suoi brani musicali: l’isolamento, la morte, l’invecchiamento, il dolore, la perdita dell’amore.

 

“Lazarus” - in scena per la prima volta a New York il 7 dicembre 2015, ultima apparizione pubblica di Bowie prima della sua scomparsa, il 10 gennaio 2016 – racconta, infatti, l’isolamento del migrante interstellare Newton, rimasto intrappolato sulla terra, vittima dei suoi fantasmi, sospeso fra la vita e la morte e “drogato” di pensieri, gin e merendine. In questa situazione disperata Thomas Jerome Newton - personaggio che lo stesso Bowie interpretò nel film di Nicolas Roeg del 1976 “The Man Who Fell to Earth” - riceve segnali dal passato e dal futuro. E attorno a lui ecco che si muovono vari personaggi: la misteriosa ragazza che non ricorda nulla di sé (Casadilego), il cattivissimo Valentine (Dario Battaglia), l’assistente Elly (Michela Lucenti) ecc…

 

Lui siede sulla sua poltrona e la pedana rotante si muove seguendo i pensieri, che esplodono insieme alle emozioni dei personaggi ad ogni brano cantato. Sono 17 canzoni in lingua originale (4 inedite) e rappresentano senza dubbio il punto di forza dello spettacolo, più debole nell’impianto teatrale. Ma il dubbio è proprio questo: “Lazarus” è uno spettacolo prodotto in sinergia da Ert (di cui Malosti è il direttore), Teatro di Roma, Teatro Stabile di Torino, Teatro di Napoli, LAC Lugano Arte e Cultura. Parliamo, quindi, di una megaproduzione, probabilmente pensata per avvicinare il pubblico più giovane al teatro. Va bene intraprendere nuove strade, ma se non fosse questa la via giusta? Se il punto più alto resta la musica – con Agnelli, Casadilego e la band, tutti strepitosi – forse sarebbe stato meglio programmare un concerto di cover e cantare tutti insieme “we can be heroes, just for one day”.

 

“Lazarus” di Valter Malosti.
Torino (fino al 18 giugno); Bari (22-23)

 

APPLAUSI
Ha la voce di Maddalena Crippa “Ascolta, come mi batte forte il tuo cuore. Poesie, lettere e altre cianfrusaglie di Wisława Szymborska”, scritto da Sergio Maifredi, con le musiche di Michele Sganga eseguite da Andrea Nicolini. Ascolterete versi inediti della poetessa nata 100 anni fa. Festival di poesia di Genova, il 17 giugno.

 

E FISCHI
Avevamo parlato del pericolo delle nuove stagioni teatrali: soliti nomi e poca voglia di sperimentare. Stesso rischio, purtroppo, corrono molte rassegne estive dedicate al contemporaneo. Non bisogna avere paura di osare e soprattutto è necessario uscire dalle logiche note: “Io do uno spettacolo a te e tu ne dai uno a me”.