Festival alternativi
Non sono riviste, sono opere d’arte: la carica dei magazine indipendenti: «La carta non è morta»
Grafica ricercata. Contenuti curati. E argomenti per tutti i gusti. I periodici prodotti dai piccoli editori sono più vivi e numerosi che mai. E danno appuntamento ai collezionisti a Bologna, a Mag to Mag
Ci sono riviste che sono vere e proprie opere d’arte: carta, grafica, immagini, impaginazione, tutto è estremamente curato. Le prendi in mano e ne ricavi un piacere quasi carnale. Sono creature preziose, lontane da logiche di mercato mainstream, esteticamente impeccabili, per palati raffinati. Oggetti di nicchia, con una tiratura che va dalle trecento alle duemila copie, sono prodotti da editori indipendenti che spesso fanno altri mestieri e non si avvalgono neppure di una vera e propria redazione. Perché l’obiettivo non è fare soldi ma creare bellezza: grazie all’entusiasmo di nomi emergenti o di professionisti già noti, disposti a collaborare per passione. Gli argomenti sono i più disparati, dalla moda all’arte, dall’illustrazione alla fotografia, dal cibo al cinema, l’architettura, la letteratura. Una produzione che scatena il collezionismo: i cacciatori di prime edizioni possono arrivare a spendere anche duemila euro (i prezzi di copertina si aggirano sui 30/50 euro) pur di sostenere contenuti che non scadono mai e hanno un’estetica eccezionale. Questo universo alternativo sarà in mostra a Bologna il 6 e 7 maggio (Sala Borsa) per “Mag to Mag”: il primo festival in Italia dedicato ai magazine indipendenti e da collezione. Cinquanta gli espositori selezionati tra i migliori editori in Europa, con l’aggiunta di riviste made in Singapore, Cina e Stati Uniti. Un evento che si propone di mettere in connessione queste realtà tra masterclass e incontri con ospiti di spicco.
«Vogliamo smentire chi sostiene che la carta stampata è morta», dice Anna Frabotta, promotrice dell’iniziativa organizzata da Frab’s Magazines: «Rappresentiamo un mercato giovane, interessato a sperimentare con i contenuti e con le grafiche, per uscire dagli schemi e dalla ripetitività del web, che ha dei limiti forti. Sulla carta non ci sono limiti. Il festival risponde all’esigenza di raccogliere le tante energie, idee e turbolenze, che gravitano tra gli amanti delle riviste di qualità e creare sinergie nuove, amplificando il suono della carta e il rumore pulito che può fare. Perché da soli è dura produrre e distribuire, ma insieme, scambiandosi idee ed esperienze, si diventa più forti». Anna Frabotta è giornalista e docente di Editoria della Moda allo Ied di Milano e ha fondato Frab’s Magazines insieme al business manager Dario Gaspari, con l’intento di selezionare e fare cultura del magazine indipendente. La loro avventura è cominciata nel 2019 con uno shop online (frabsmgazines.com) e oggi è punto di riferimento italiano, con un negozio a Forlì che offre un catalogo di seicento titoli.
Inoltre curano il magshop della galleria romana Contemporary Cluster e hanno all’attivo vari Pop Up Mag per l’Italia. “Mag to Mag” l’hanno pensato per scambiarsi opinioni e visioni, dare al settore un evento di riferimento e strumenti pratici per superare il guscio della piccola nicchia. «Quello che manca, spesso, sono le conoscenze giuste su come comunicare prodotti così delicati», aggiunge Frabotta. Nascere indipendenti non vuol dire rimanere di nicchia. Lo dimostrano testate come l’inglese i-D, su moda e intrattenimento, fondata da Terry Jones nel 1980 e ora rivista patinata del gruppo Vice. Altro esempio storico è Wallpaper*, fondata da Tyler Brulé nel 1996 e acquistata dal gruppo di Time. Brulé ha bissato il successo con Monocle, moloch delle riviste indipendenti. Il segreto? Frabotta lo sintetizza così: «Le riviste indipendenti sono intrise di quotidiano e al tempo stesso ci indicano dove questo quotidiano porta».