Due coniugi separati dalla morte. E riuniti da una danza che li riporta all’infanzia. Due grandi attori per la favola bella firmata Emma Dante

Il teatro di Emma Dante - regista, attrice e drammaturga - è molto fisico, carnale e arcaico. È fatto di elementi ben riconoscibili: la sicilianità, il dialetto palermitano, la famiglia, il Sud e le donne, i riti quotidiani. Sono particolari che messi insieme danno grande forza ai suoi spettacoli, spesso anche impegnati (per esempio “Cani di bancata”, in cui affronta il tema della mafia). Possono essere lavori corali, come il recente “Pupo di zucchero”, o molto semplici come “Il tango delle capinere”, che dopo Palermo e Bologna arriva anche a Roma (produzione Atto Unico con Teatro Biondo di Palermo, Teatro di Roma, Emilia Romagna Teatro, Carnezzeria, Théâtre des 13 Vents, Centre Dramatique National di Montpellier, Ma Scène Nationale in collaborazione con Sud Costa Occidenate).

 

“Il tango delle capinere” nasce da un’evoluzione di “Ballarini”, uno dei tre capitoli della “Trilogia degli occhiali” (“Acquasanta”, “Il castello della Zisa” e “Ballarini”). In scena ci sono due attori storici della compagnia: Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, presenti dai tempi di “Carnezzeria” e “mPalermu”. A questa coppia di attori straordinari è affidato il racconto di una vita, di una lunga storia d’amore. Dunque, a dispetto del titolo che richiama il brano reso celebre da Gabrè, lo spettacolo non ha niente a che fare con la prostituzione (tema, invece, di un altro recente lavoro, “Misericordia”, che, come per “Le sorelle Macaluso”, diventerà presto un film). “Il tango delle capinere” ha a che fare, invece, con la solitudine e la fragilità della nostra esistenza. In scena ci sono due grandi bauli. Da uno dei due un’anziana donna cerca di riportare in vita i suoi ricordi. In quel momento, dall’altro baule, spunta lui, che lentamente la raggiunge. I gesti sono teneri e seguono la musica del carillon che va. I due innamorati ballano, festeggiano la mezzanotte. Poi basta un giro di manovella per mandare indietro il carillon e voilà... vediamo la loro vita scorrere al contrario, dalla vecchiaia all’adolescenza, come nel film “Lo strano caso di Benjamin Button”: i volti diventano sempre più giovani, i balli più scatenati, arriva un bambino, e poi quei primi bagni, quando l’amore fra i due nasce. È una partitura tutta gestuale e musicale questo spettacolo, che ha diversi momenti di poesia, pur essendo un lavoro con qualche guizzo in meno rispetto agli altri. Alla fine gli oggetti restano disseminati a terra, i bauli sono vuoti. Cosa resta allora della vita? Una musica, un ballo, un giro di tango a cui aggrapparsi con tutte le forze quando si scende in pista.

 

Il tango delle capinere
regia di Emma Dante
Roma, Teatro Argentina, 2-14 maggio

 

APPLAUSI
Polis Teatro Festival di Ravenna, diretto da Davide Sacco e Agata Tomšič, ospiterà 5 e il 6 maggio “Vergine giurata” del kosovaro Jeton Neziraj. Protagonista dello spettacolo è una vergine giurata, tradizione albanese in cui le donne decidono di vivere come uomini, per beneficiare di alcuni privilegi riservati solo ai maschi. Da vedere.

 

E FISCHI
Pessime notizie. La rassegna estiva del Teatro Nazionale di Napoli, Pompeii Theatrum Mundi, è stata sospesa. La decisione è stata presa dal direttore Roberto Andò e dal Vicepresidente vicario Stefania Brancaccio dopo aver saputo che dalla Regione Campania per il 2023 non arriveranno i fondi POC, circa 2 milioni di euro, mica spiccioli.