Regista de “Lo stato delle cose”, dove è protagonista uno scrittore a caccia di storie che prendono vita sotto i suoi occhi. E cambiano ogni settimana

Evviva, torna al teatro Massimiliano Bruno. Eh sì, proprio lui, il regista di “Nessuno mi può giudicare”, esordio cinematografico vincitore nel 2011 del Nastro d'argento per la miglior commedia, o del recente film a episodi “I migliori giorni” diretto a quattro mani con Edoardo Leo. Regista, sceneggiatore e autore di monologhi teatrali indimenticabili, da “Gli ultimi saranno gli ultimi” con Paola Cortellesi ad “Agostino” con Rolando Ravello, Bruno fa parte di quella generazione di sceneggiatori/autori che hanno raccontato meglio di chiunque altro i quarantenni (ormai cinquantenni), il loro senso di precarietà, i problemi lavorativi, le contraddizioni del nostro Paese. Con lui penso a Mattia Torre (un vero talento, scomparso nel 2019), Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo, non a caso autori della fortunata produzione “Boris” (in cui Bruno interpreta il ruolo di Nando Martellone).

 

Questa breve premessa serve a raccontarvi cos’è “Lo stato delle cose”, produzione Il Parioli, scritto, diretto e interpretato da Bruno, che affida le sue storie scritte nell’arco di vent’anni a un esercito di giovani attori, la maggior parte dei quali sono ex allievi del suo Laboratorio di Arti sceniche. A ognuno di loro viene affidato un breve monologo, storie intime o di denuncia, comiche o drammatiche.

 

Per farle vivere in scena Bruno immagina di essere uno scrittore in crisi nell’Italia di oggi (non a caso il titolo dello spettacolo evoca il film di Wim Wenders, “Lo stato delle cose”, appunto). Lo vediamo muoversi in un’immensa libreria (scenografia di Alessandro Chiti). Con l’aiuto della sua assistente (Lara Balbo) cerca idee per il nuovo spettacolo e mano a mano che affiorano prendono vita sul palcoscenico, in un gioco pirandelliano che non può non ricordarci “Sei personaggi in cerca d’autore”.

 

Così vediamo scorrere personaggi assurdi come la ninfomane Tania e la picchiatrice Clara (Anna Malvaso e Giorgia Remediani), coppie sbagliate (Matteo Milani e Cecilia Napoli) o vite scomode come quella di Said (Giulia Vittoria Cavallo), che dall’Africa cerca fortuna in Italia come se fosse un partecipante ai Giochi senza frontiere, in cui però sono in pochi a superare la prova dello sbarco e ancora meno quelli che riusciranno a guadagnarsi il rispetto. Ma attenzione, se andrete a teatro in questi giorni ascolterete nuove storie perché cast e monologhi cambiano ogni settimana. Voci e corpi diversi (tranne Bruno, sempre presente in scena) che ci ricordano -attraverso una citazione di Mattia Torre - che la scrittura è «consapevolezza di essere nel gioco, sempre».

 

Lo stato delle cose
di Massimiliano Bruno
Roma, Teatro Parioli, fino al 21 aprile

 

APPLAUSI
Ecco uno spettacolo che piacerà molto ai più piccoli. Prende spunto dalle parole di Gianni Rodari per ricordarci che anche gli oggetti possono far nascere storie. «Sasso», di Marina Allegri e Maurizio Bercini, è la nuova produzione del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti. A Roma il 27 e 28 maggio al Teatro Torlonia.

 

E FISCHI
Arriva in Italia Christiane Jatahy, autrice e regista brasiliana già Leone d’oro alla Biennale Teatro di Venezia. Il suo “Depois do silencio”, coproduzione internazionale con il Piccolo Teatro e capitolo conclusivo della “Trilogia degli orrori”, sarà in scena però solo dal 16 al 18 maggio. Peccato capiti così raramente in Italia.