Stesso regista, attori diversi e personaggi con nuove sfumature. Sul palco il film di Paolo Genovese sui segreti nascosti nei cellulari

Gli smartphone che possediamo contengono tutto il nostro mondo: lavoro, famiglia, magari qualche piccolo segreto. Se ogni singola Sim potesse parlare saremmo rovinati. Ma perché dovrebbe accadere? Perché qualcuno, durante una cena, potrebbe decidere di fare un gioco un po’ perverso: schierare i cellulari sul tavolo e al primo squillo o messaggio condividere il contenuto con gli amici presenti. In fondo, cosa ci sarà mai da nascondere... Vi ricorda qualcosa? Avrete sicuramente visto al cinema o su Netflix il film strapremiato di Paolo Genovese: “Perfetti sconosciuti”. Racconta ciò che accade a un gruppo di amici durante un gioco della verità in cui vengono resi pubblici sms e chiamate. Il film era del 2016. Ora Genovese ne ha ricavato il suo primo spettacolo teatrale, di recente in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma e adesso in tournée (una produzione Nuovo Teatro).

 

Adattare, rileggere, passare da un linguaggio all’altro è sempre stimolante. In questo caso, avendo avuto il film un grande successo, poteva essere rischioso trasformare la pellicola in pièce. Ma per non cadere nella trappola Genovese cosa fa? Mantiene l’impianto narrativo, che aveva già un’impostazione teatrale (e che ricorda molto “Provando... dobbiamo parlare” lo spettacolo di Sergio Rubini dal film “Dobbiamo parlare”), ma cambia il cast. Valeria Solarino e Paolo Calabresi sostituiscono Kasia Smutniak e Marco Giallini nei ruoli dei padroni di casa; Anna Ferzetti e Dino Abbrescia prendono il posto di Anna Foglietta e Valerio Mastandrea, la coppia in crisi; Alice Bertini e Marco Bonini subentrano ad Alba Rorhwacher e a Edoardo Leo nella parte degli sposini; Massimo De Lorenzo è l’amico omosessuale interpretato sul grande schermo da Giuseppe Battiston. Ognuno di loro riesce a dare un colore diverso e personalissimo ad ogni personaggio, aprendo spazi di riflessione sull’amore, l’amicizia, il tradimento. Seduti sul divano del soggiorno con vista cucina immaginato da Luigi Ferrigno ridono e piangono. Sembra quasi di assistere a un film di Woody Allen. Alla fine i sette amici scopriranno di essere dei perfetti sconosciuti, falsi, traditori, e pure un po’ omofobi. Le verità inconfessabili venute a galla gettano ombre sulle loro vite come quelle dell’eclissi lunare a cui assistono dal balcone rivolto verso il pubblico. Chissà se al gioco della verità hanno giocato davvero o lo hanno solo immaginato. Ma poco importa. “Perfetti sconosciuti” è un atto unico travolgente, in cui attori e attrici fanno scintille.

 

“Perfetti sconosciuti”
regia di Paolo Genovese
Napoli (fino al 7 maggio), Messina (9-11), Catania (13-21)

 

APPLAUSI
Fino al 14 maggio è in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli un testo inedito di Fabrizia Ramondino: “Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo”, regia di Mario Martone, con Lino Musella, Iaia Forte, Tania Garribba, Totò Onnis, India Santella, Matteo De Luca. Un testo che sembra un concerto di musica da camera.

 

E FISCHI
Ognuno faccia il suo mestiere. Va bene sperimentare, ma questo non significa improvvisarsi attori o attrici. Se i giornalisti smaniano per salire sui palcoscenici d’Italia lo facciano pure, ma a una condizione: che dicano chiaramente quello che stanno facendo. Reading? Lezione? Incontro live? Ma non chiamateli spettacoli teatrali.