“Come d’aria” si aggiudica la settantasettesima edizione del più importante premio letterario italiano. Un racconto toccante, che ha convinto i lettori. E un riconoscimento a un’autrice scomparsa ad aprile

Solo lo spettacolo del Palio di Siena è la cosa più vicina al Premio Strega: una corsa e una gara bellicose, coinvolgenti, entrambe espressione fisiche di alleanze, reti, irriducibili rivalità.

 

Ha vinto Ada D’Adamo, la scrittrice-danzatrice scomparsa il primo aprile 2023, che ha scosso i lettori con il suo emozionante “Come d’aria”, racconto di una maternità, della malattia, della figlia con una disabilità forte. Ha vinto una piccola casa editrice, Elliot. E soprattutto ha trionfato una folla di lettori, amici, testimonial che hanno trasformato affetto e stima per una donna amata in una corrente capace di riscrivere le previsioni.

 

Ma come l’Onda e la Torre, nemiche asimmetriche, si sono ritrovate affiancate nella corsa di luglio; come la Chiocciola che non dava il via alla battaglia, incurante dello scomposto agitarsi di tutti gli altri, tesa solo a scorgere incertezze nell’avversaria storica, la Tartuca fin troppo ben allineata, il mondo editoriale ha messo in scena per mesi una spietata, capillare, caccia al voto tra gli Amici della Domenica. E ridisegnato consensi, alleanze, crediti per partecipazioni avvenire.

 

Al mossiere Mario Desiati, il vincitore dello Strega dell’anno prima a cui tocca presiedere il seggio, in total black -fatta eccezione per le sgargianti sneaker fucsia - il compito di certificare l’esito di una votazione in un clima, come ha detto la sempre eroica Geppi Cucciari, conduttrice della diretta tv, «che per pacatezza è paragonabile a quello delle banlieu francesi»: 185 voti alla vincitrice, 170 per Rosella Postorino (“Mi limitavo ad amare te”, Feltrinelli), 75 per Andrea Canobbio (“La traversata notturna”, La nave di Teseo), 72 per Maria Grazia Calandrone (“Dove non mi hai portata”, Einaudi), 59 a Romana Petri (“Rubare la notte”, Mondadori).

Con una quindicina di voti in meno rispetto a quelli ricevuti in cinquina, Postorino e il suo robusto, apprezzato romanzo, restano al secondo posto.

 

Dopo lo Strega Giovani e pure lo Strega Off, ritira il Premio della 77° edizione il marito di D’Adamo, Alfredo Favi, con la direttrice editoriale di Elliot Loretta Santini. E l’esercito di sostenitori, da Francesco Piccolo a Mario Martone, tutti con lisianthus bianco al petto, che hanno creduto in questo libro, e colmato di presenza l’assenza dell’autrice.

 

Vince -a scapito o meno della parola “romanzo” lo indagheremo poi - una nitida istantanea di ciò che è la scrittura nell’Italia di questi anni: racconto delle fragilità e del reale, senza scampo: di chi siamo, a chi somigliamo, cosa abbiamo rischiato, a cosa siamo sopravvissuti. Racconto del dolore, anche se Elena Stancanelli, la scrittrice che ha candidato il libro vincitore, non smette di sottolinearlo: «Quello di Ada è un inno alla vita».