Il sindaco: «Abbiamo aspettato e raccolto informazioni: comportamento grave e non in linea con il modus operandi della polizia locale»

Giuseppe Sala è andato avanti piano, con cautela. Rispettoso delle forze ordine: «Meglio un filo sotto le righe che sopra», hanno ribadito per giorni da Palazzo Marino. Mentre il caso di Bruna, la donna trans manganellata brutalmente dalla Polizia locale, montava sui media e nel mondo politico, tra false narrazioni alimentate dai consiglieri della Lega e smentite dalla Procura e richieste di giustizia da parte della comunità Lgbt. Il sindaco di Milano si era limitato commentare il video che ha fatto il giro del mondo come «un fatto veramente grave. Adesso non voglio dire cose non precise e aspetto di leggere la relazione altrimenti rischierei di dare un commento generico e non posso farlo». Così è stato. Ma di fronte agli altri video, alle immagini, alle testimonianze, il Comune di Milano ha deciso che avvierà un procedimento disciplinare nei confronti degli agenti della Polizia Locale: «Subito dopo aver visto le immagini diffuse da alcuni media ho dichiarato, pur senza conoscere i fatti nel dettaglio, che il comportamento di alcuni agenti della Polizia Locale appariva grave e non in linea con il modus operandi dei tanti ghisa che quotidianamente si impegnano con dedizione per la nostra città» ha premesso il sindaco Sala. «Il Comandante della Polizia Locale, Marco Ciacci, dopo aver raccolto informazioni, stamattina mi ha formalmente presentato un quadro più preciso dell'accaduto e ciò mi porta a confermare la valutazione del primo momento. Ritengo sia doveroso a questo punto l'avvio del procedimento disciplinare di pertinenza dell'Amministrazione comunale, in attesa che l'Autorità Giudiziaria completi valutazioni più approfondite e intervenga con i provvedimenti di sua competenza».

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In ultima era stata l’avvocata di Bruna, Debora Piazza, a presentare una denuncia-querela in Procura per tortura aggravata dalla discriminazione razziale, lesioni aggravate dall'abuso di potere e minacce aggravate. Almeno tre dei quattro agenti della Locale dovrebbero essere iscritti nel registro degli indagati, mentre potrebbe non essere così per la quarta agente che, stando alle stesse dichiarazioni della donna trans, non avrebbe infierito su di lei.

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