Dovrebbero svolgere attività di studio, ricerca e formazione nel campo della politica estera e dei rapporti commerciali e culturali con il resto del mondo. Più spesso servono solo ad assicurare poltrone e prebende a politici vari. Quasi sempre gli stessi che dovrebbero vigilare sul loro operato

Cosa diremmo se dirigenti di un ministero che deve vigilare su un dato ente sedessero anche nel comitato direttivo dell'ente vigilato stesso? E cosa, ancora, se in tante di queste associazioni finanziate con soldi pubblici ritrovassimo diversi parlamentari, di destra e di sinistra, oltreché esponenti di governo? Domande, queste, che sorgono spontanee se si vanno a spulciare i direttivi dei cosiddetti "enti internazionalistici", enti "sottoposti alla vigilanza del ministero degli Affari Esteri" e che, come recita la legge del 28 dicembre 1982, "sono ammessi al contributo annuale ordinario dello Stato" per aver svolto "attività di studio, di ricerca e di formazione nel campo della politica estera o di promozione e sviluppo dei rapporti internazionali".

Stando all'atto del governo sottoposto a parere parlamentare e presentato il 16 luglio, infatti, il finanziamento disposto quest'anno per tali associazioni ammonta a 1 milione 438 mila euro, in lieve aumento peraltro rispetto all'anno scorso quando ci si fermava a 1,3 milioni. A godere del fondo saranno ben quindici enti che, secondo la tabella illustrativa presentata alle Commissioni, godranno di 536 mila euro di "contributi ordinari", più 247.150 euro di "contributi straordinari" per "singole iniziative di particolare interesse o per l'esecuzione di programmi straordinari", per un totale di 783.150 euro. A questa somma, poi, si aggiungono ulteriori due contributi: centomila euro per l'Unidroit, l'Istituto Internazionale per l'Unificazione del Diritto Privato che "promuove l'unificazione del diritto privato degli Stati ad esso aderenti"; e 555 mila per la Società Dante Alighieri, "ente morale" che "ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo". Nobili iniziative, sembrerebbe. Non c'è che dire.

CONTROLLATI O CONTROLLORI? - Eppure qualche dubbio sorge spontaneo se si vanno a spulciare i comitati direttivi degli enti beneficiari. Sebbene infatti la partecipazione alla maggior parte degli enti sia a titolo gratuito o siano previsti solo gettoni di presenza o rimborsi spese (almeno per i membri del direttivo, non per gli incarichi dirigenziali per i quali è previsto un vero e proprio stipendio), a sedere nei consigli non ritroviamo soltanto ambasciatori, giuristi, accademici e diplomatici, ma anche (e soprattutto) una sfilza di dirigenti ministeriali.

Prendiamo l'Iai (Istituto Affari Internazionali) per il quale sono stati disposti 103 mila euro. Nel direttivo, tra gli altri, spuntano Emma Bonino e Fabrizio Saccomanni, gli stessi ministri che, in concerto, hanno disposto gli stanziamenti. Un strano caso di "controllato e controllore"? Sembrerebbe proprio di sì. Ma non è questo l'unico caso. Il viceministro degli Esteri Marta Dassù è membro del direttivo non solo dell'Iai, ma anche del comitato strategico dell'Ipalmo (a cui andranno 54 mila euro) e direttrice di Aspenia, la rivista dell'Aspen Institute, altro ente beneficiato con 20 mila euro. E ancora: il segretario generale della Farnesina Michele Valensise compare, oltre che nel direttivo dell'Iai, anche in quello della Sioi (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale, che beneficerà di 103 mila euro), insieme peraltro al suo vice, Sebastiano Cardi, e a Giampiero Massolo, capo del Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza (l'organo di coordinamento dell'intelligence italiana interna ed esterna), il quale siede, anche lui, nel direttivo dell'Iai.

L'ESTEROFILIA È BIPARTISAN - Non solo dirigenti. Anche i politici sembrerebbero essere spasmodicamente interessati a svolgere attività all'estero. E, peraltro, in perfetta logica bipartisan. Nell'Iai, ad esempio, ritroviamo gli ex parlamentari Pdl Margherita Boniver e Alfredo Mantica, il finiano Adolfo Urso e il democratico Piero Fassino, il quale, peraltro, siede anche nel Cespi (Centro Studi Politica Internazionale) - ente diretto dall'ex senatore comunista Silvano Andriani e a cui andranno 40 mila euro - insieme ad altri suoi compagni di partito: Livia Turco, Gianni Pittella, il consigliere regionale romagnolo Luciano Vecchi, l'ex onorevole Umberto Ranieri, il senatore Paolo Guerrieri e l'ex sottosegretario agli Esteri nel secondo governo Prodi Donato Di Santo. Non mancano, poi, uomini di governo: nel comitato, infatti, siedono anche l'altro viceministro di Emma Bonino, Lapo Pistelli, il ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge e lo stesso Presidente del Consiglio Enrico Letta. C'è da stupirsi? Probabilmente no. Che negli organi direttivi abbondino uomini di governo, in effetti, non è una novità. Nella Sioi, ad esempio, troviamo ben tre ex ministri: nel direttivo siede Giulio Terzi di Sant'Agata, Giovanni Conso è vicepresidente e Franco Frattini presidente (il quale, stando alla relazione della Corte dei Conti dell'11 giugno 2012, viene "coccolato" con un'indennità annua di 40 mila euro).

Gli intrecci, però, non finiscono qui. Il già citato sindaco di Torino, infatti, oltre che nell'Iai e nel Cespi, compare anche nell'Ipalmo (54 mila euro) in qualità di vicepresidente, insieme a Dario Rivolta, ex parlamentare di Forza Italia, e all'ex viceministro Michel Martone (a cui si aggiungono anche volti storici della politica italiana come il democristiano Gilberto Bonalumi e il socialista Giuseppe Scanni). Sullo scranno più alto, invece, siede un altro ex ministro, Gianni De Michelis, il cui nome però spicca anche tra i presidenti onorari dell'Aspen Institute insieme a quelli di Giuliano Amato (il quale è anche presidente del Centro Studi Americani, ente a cui andranno 11 mila euro), Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio (che compare anche nell'Iai e nel Cespi). Altro particolare: a capo dell'Aspen ecco un altro big, Giulio Tremonti. E nel direttivo tanti uomini di calibro della politica italiana: da Romano Prodi a Mario Monti, passando per gli ex ministri Lorenzo Ornaghi e l'onnipresente Franco Frattini. Il quale, peraltro, è presidente anche della Fondazione De Gasperi che fino all'anno scorso rientrava tra gli enti beneficiati.

Infine la Società Dante Alighieri, presieduta dall'ex segretario generale del ministero degli Esteri (e membro anche del direttivo della SIOI) Bruno Bottai, a cui andranno 555 mila euro. Tra i vicepresidenti troviamo due ex sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Paolo Peluffo e Gianni Letta, nome quest'ultimo che compare anche nel direttivo dell'Aspen. E tra i consiglieri della Alighieri, ancora una volta, Giampiero Massolo.

LA FONDAZIONE DI QUAGLIARIELLO E LA PROPAGANDA - Convegni, studi, seminari, master e corsi di formazione: queste le principali iniziative degli enti. Basti, d'altronde, sfogliare l'ultima relazione relativa al 2011 e presentata lo scorso ottobre sulle attività svolte dalle associazioni per rendersene conto: nel corso dell'anno, si legge, "gli enti hanno privilegiato nelle loro attività di analisi e ricerca temi che approfondiscono molte delle questioni di maggiore attualità nello scenario internazionale, cercando di assicurare un'adeguata copertura dei principali teatri geopolitici, dalla dimensione comunitaria alle vecchie e nuove aree di crisi internazionali, senza trascurare tematiche di respiro globale".

Eppure non in tutti i casi le tematiche affrontate sembrerebbero rispecchiare soltanto un forte interessamento per la politica internazionale. Nel corso del 2011, ad esempio, uno degli enti beneficiari, Magna Carta, il cui presidente è l'attuale ministro Gaetano Quagliariello, ha organizzato eventi e convegni che di "internazionalistico" hanno poco o nulla come, ad esempio, quello tenuto il 29 luglio dal titolo "I giovani, la politica e il futuro del centrodestra". Relatori: Gaetano Quagliariello stesso e Giorgia Meloni. O "I conti a destra si fanno con le idee". Relatori: ancora Quaglieriello e Adolfo Urso. Stesso dicasi per alcune pubblicazioni, a firma sempre del presidente della fondazione, come "Il centrodestra e l'unità nazionale".

Insomma, dove si portino avanti "attività di studio, di ricerca e di formazione nel campo della politica estera" e dove, invece, si faccia propaganda, appare molto difficile da discernere.

Ma non sono questi gli unici esempi che lasciano più di un dubbio. È il caso, ad esempio, della tavola rotonda promossa dal Cespi di De Michelis dal titolo "La politica italiana per il Mediterraneo: da Craxi a Berlusconi". O come quella promossa dalla Fondazione per la Sussidiarietà del ciellino Giorgio Vittadini che, si legge sempre nella relazione, annovera tra i convegni e i seminari "la presenza al XXXII Meeting di Rimini".

ANCHE LE REGIONI VERSANO SOLDI. MA I CONTI NON TORNANO - A sentire le associazioni, però, i finanziamenti per l'anno corrente, nonostante il lieve aumento, appaiono estremamente esigui. Basti pensare che per i soli enti internazionalistici sottoposti a vigilanza, nel 2005 il fondo superava 1,4 milioni di euro. Il doppio di quanto disposto oggi, in pratica. Basti pensare che, sempre secondo l'ultima relazione disponibile, "l'incidenza media del contributo (ordinario, ndr) è pari a circa il 5,45%" delle entrate. Le associazioni, però, sono riuscite comunque ad attirare risorse aggiuntive da privati ma anche dagli enti locali che, peraltro, le foraggiano corposamente. Al Cespi nel 2011 sono andati dalle regioni ben 106 mila euro, al Cipmo oltre 40 mila euro.

Non solo. Alcuni enti, oltre a godere del fondo previsto in quanto "enti internazionalistici", godono di ulteriori finanziamenti che la Farnesina concede in altre vesti: è il caso, ad esempio, dei già citati Cipmo (70 mila euro) e Cespi (30 mila). Non mancano, ovviamente, gli alti contributi dei privati di cui, peraltro, gli enti pullulano. Su tutti spicca l'Aspen: i 160 sostenitori hanno versato nel 2011 oltre 5,5 milioni di euro. Curioso il caso anche del Cespi: la sola Compagnia di San Paolo ha contribuito con 157 mila euro. Ecco, allora, che a conti fatti le entrate dei maggiori istituti sono piuttosto sostanziose: 1,5 milioni di euro per la Sioi e per l'Ipalmo; 2,6 per l'Iai; 3,4 per l'Ispi; addirittura oltre 7 milioni per l'Aspen.

Nonostante questo, però, non tutti gli enti hanno i conti in attivo. Il Cespi, ad esempio, risulta in rosso per oltre 300 mila euro, il Cipmo per oltre 70 mila euro, la Sioi per 365 mila euro. L'Ipalmo, invece, presenta un debito di 175 mila euro nei confronti degli enti previdenziali. Gran parte del disavanzo, stando perlomeno ai consuntivi, sarebbe conseguenza delle altissimi spese per consulenze, collaborazioni esterne e spese per il personale. Prendiamo proprio la Sioi, unico ente ancora sottoposto al controllo della Corte dei Conti. Secondo l'ultima relazione dei magistrati contabili, il personale è costato ben 600 mila euro a cui si affiancano i 50 mila euro spesi in consulenze. L'Iai, addirittura, ha speso oltre 800 milioni in consulenze, molto di più rispetto ai 500 mila euro per il personale. E così anche il Cespi (575 mila contro 258).