I dubbi di uno nostro lettore sull'uso e abuso di un metodo terapeutico. La testimonianza è stata pubblicata nella rubrica 'Lettere e risposte'

Cara Rossini, l'hanno sedata con delicatezza, l'hanno riempita di elettrodi, l'hanno scossa seguendo un protocollo "scientificamente tarato", hanno ripetuto il trattamento diverse volte alla settimana per un mese, e me l'hanno restituita che sembrava guarita. Parlo di mia madre, 66 anni, ancora bella e fisicamente vigorosa ma da due anni minata da una depressione così forte da rendere la vita impossibile a lei e a me. Io sono figlio unico e da quando mio padre non c'è più sono il solo che può prendersi cura di lei. Ora mi chiedo: questo compito filiale l'ho fatto nel modo giusto? Non sarà che ho dato retta al dottore che mi aveva assicurato gli effetti benefici e i rischi nulli dell'elettroshock solo perché era la soluzione più facile anche per me? Ho trent'anni e poca esperienza in queste cose, ma ho gli occhi per vedere quanto è cambiata mia madre. Era energica ed ora è passiva. Era volitiva ed ora è accondiscendente. Era interessata al mondo, magari solo per criticarlo o mettersi in competizione con chi non la pensava come lei ed ora è indifferente a tutto. Certo, non è più preda di momenti di angoscia, intolleranza, polemica o furia, ma io la guardo e mi chiedo se, per darle la pace, le ho rubato la vita. Lei si domanderà perché le scrivo tutto questo ma vorrei semplicemente il suo parere, che ho imparato ad apprezzare, sull'elettroshock, questa pratica che tutti giudicano superata e che invece, nel chiuso delle cliniche, tutti caldeggiano e consigliano ai parenti dei malati. Mi dica, per favore, se ho sbagliato e quanto.

Giacomo A.


La risposta di Stefania Rossini
Non lo so Giacomo, mi dispiace ma non sono in grado di darle una risposta. Lei parla di errori che, nel caso, non sono suoi ma di un tipo di psichiatria che ricorre ancora alle pratiche più deresponsabilizzanti per escludere la fatica del contatto vero con il paziente e con il suo dolore. Certo, è noto che la terapia elettroconvulsiva è usata e abusata nonostante la totale mancanza di riscontri scientifici (in cinquant'anni sono stati effettuati soltanto sei studi con esiti incerti), ma è anche vero che in alcuni rari casi, specie con persone molto anziane, può dare qualche risultato. Fu addirittura il poeta Attilio Bertolucci a raccontarmi, anni fa, una sua soddisfacente esperienza con l'elettroshock. Comunque, se non sono in grado di rassicurarla sul fatto di aver scelto una buona cura, posso dirle che il suo smarrimento e i suoi interrogativi testimoniano che lei il suo compito filiale (come l'ha chiamato in modo arcaico e meraviglioso) lo sta facendo al suo meglio. È questo che conta, per lei e per la sua mamma.