Ennio Flaiano, Vincenzo Latronico, Romana Petri. I consigli di lettura dello scrittore, candidato nella cinquina

Racconti il suo romanzo. E ci dica perché dovrebbe vincere la più prestigiosa competizione letteraria italiana.
«“La traversata notturna” racconta la storia della mia famiglia, che a lungo ho immaginato divisa esattamente in due periodi: una prima parte felice e una seconda parte infelice. La parte infelice iniziava con la malattia di mio padre, la depressione, alla fine degli anni sessanta. E spesso il mio senso di colpa anticipava la parte felice a prima della mia nascita. Per liberarmi dei ricordi tormentosi e rendere giustizia alla complessità della vita, ho deciso di non raccontare la storia seguendone la traccia cronologica, ma di usare la mia città, Torino, come un teatro della memoria, lasciando che fossero le strade e gli edifici a guidare il racconto. In ordine casuale e misterioso sono venuti fuori dettagli della guerra di mio padre in Russia, il lavoro frenetico da ingegnere negli anni della ricostruzione, qualche segreto di famiglia che mia madre non aveva mai raccontato, svariate ragioni che potevano giustificare una predisposizione di mio padre alla melanconia. Alla fine credo che il libro parli di questo: la ricerca testarda e frustrante di un senso, e l’ironia e l’empatia con cui affronto questa ricerca».

 

Scelga dalla cinquina un altro libro: quello che ha apprezzato di più.
«Sono molto incuriosito dal libro di Romana Petri su Saint-Exupéry, un autore che ho amato in gioventù e non ho mai riletto».

 

Ripeschi dalla dozzina un libro che avrebbe voluto vedere in finale.
«Il romanzo di Vincenzo Latronico, “Le perfezioni”, che riscrive in chiave contemporanea, e con talento narrativo unico, uno dei libri a cui sono più legato, “Le cose” di Georges Perec».

 

Suggerisca ai lettori un libro, vincitore del Premio Strega, che vale la pena rileggere.
«Suggerisco “Tempo di uccidere” di Ennio Flaiano, ambientato durante la scellerata invasione italiana in Etiopia; ma vorrei anche consigliare di rileggere “La grande sera” di Giuseppe Pontiggia, un grande scrittore che ci ha lasciato esattamente vent’anni fa».

 

Lo Strega ha messo i vostri romanzi sotto i riflettori. Consigli un autore poco noto, un libro sottovalutato, una scoperta da promuovere.
«È una domanda difficile, non saprei da dove iniziare, il nostro è un Paese in cui la letteratura vive in uno stato cronico di scarsa notorietà e sottovalutazione».