Una relazione tra madre e figlia, raccontata in forma di lettera. “Come d’Aria”, candidato allo Strega, racconta una storia vera, protagonista l’autrice recentemente scomparsa. Gli altri suggerimenti di lettura della scrittrice

“Come d’Aria” è una storia d’amore tra una madre e una figlia, raccontata in forma di lettera. Daria è una bambina magica, non vede e non parla, Ada è una danzatrice. Le parole della madre sono bisbigli grida, carezze, schiaffi a noi che non sappiamo niente della fatica di giornate infinite, le mille peripezie di chi zoppica dentro la vita. Dal momento che non l’ho scritto io posso permettermi di dire che si tratta di un romanzo di enorme perizia e bellezza, virtù molto rare in un esordio. Dice l’indicibile con una lingua luminosa che permette al lettore di fare un viaggio aspro ma magnifico. Abbiamo deciso insieme all’autrice di presentarlo allo Strega, perché speravamo in questo modo di raggiungere più lettori. Elliot è una casa editrice valente ma con poco spazio nelle librerie e io sapevo che sarebbe stato necessario partire con un pubblico di lettori sufficiente a creare il passaparola. Ci siamo riusciti, mi pare, e adesso il libro è in cinquina. Una bella cinquina, di scrittori e scrittrici importanti.

 

Tra quelli che sono rimasti indietro io avrei salvato il libro di Andrea Tarabbia, “Il continente bianco” e l’esordio molto promettente di Carmen Verde, “Una minima infelicità”. Due libri che faranno comunque la loro strada, sono sicura. “Come d’aria”, grazie anche ai riflettori che il premio Strega ha acceso sul libro, sta ricevendo l’accoglienza che speravamo. Si è tolto dalla nicchia dei libri “dolorosi” e forse anche da quella dei mémoires. È diventato quello che è sempre stato: un inno alla vita qualunque vita sia. Sono sicura che Ada d’Adamo sarebbe stata d’accordo nel suggerire di rileggere, tra i premi Strega passati, “Via Gemito” di Domenico Starnone.

 

E tra i libri appena usciti mi permetto di suggerirne uno molto serio e insieme molto divertente. È di Silvia Bencivelli, divulgatrice scientifica. Si intitola “Eroica folle e visionaria, storie di medicina spericolata” (Bollati Boringhieri) e racconta di medici che hanno sperimentato cure bizzarre su se stessi, con risultati a volte esilaranti. Possiede grazia e intelligenza, come il nostro “come d’aria”.