Usano nomi “esotici”, si travestono da fondazioni o da organizzazioni di solidarietà e socializzazione. E ricevono una percentuale delle tasse dei cittadini

Segui i soldi. Follow the money, diceva la gola profonda del Watergate in "Tutti gli uomini del presidente". Quando ci sono molti soldi e non si sa da dove vengano c'è qualcosa che non va. E allora come si riempiono le casse dei neofascisti? Come si sostengono manifesti, striscioni, iniziative che corrono sul crinale della costituzionalità dal punto di vista di apologia del fascismo, spesso andando oltre?

 

La risposta è visibile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. L’Espresso ha visionato gli elenchi aggiornati degli enti ammessi ed esclusi al 5 per mille 2022. Il colpo d’occhio riporta cifre associate a Onlus che poco sembrerebbero avere a che fare con il fascismo di ritorno e invece eccoli, lì, sotto nomi rassicuranti che rimandano a fondazioni di carattere storico o culturale. In questo modo associazioni legate alla galassia nera possono accedere a questa forma di finanziamento, mimetizzandosi tra gli enti che "svolgono attività socialmente rilevanti". 

 

A ricevere più soldi dai contribuenti è Casapound che nel 2022 ha incassato 43.463,04. Il movimento di Gianluca Iannone che, dopo aver fatto un passo indietro in politica e aver collezionato condanne anche per occupazione abusiva, continua ad aprire sedi in tutta Italia e a sopravvivere. Il codice fiscale da inserire nella dichiarazione dei redditi non è, però, quello del movimento dei “fascisti del terzo millennio”, ma richiama una cooperativa dal nome quasi esotico: l’Isola delle Tartarughe. Un sistema che va avanti da anni, come già raccontato dall’Espresso. La tartaruga, va da sé, è il simbolo dell’organizzazione neofascista. Avevano raccolto ben 52.403,99 nel 2021 quando era ancora un movimento politico destinatario del 2 per mille. E 61.231,82 nel 2020. Il presidente del Consiglio di amministrazione de “L’Isola delle Taratarughe” è Paolo Sebastianelli, noto alle cronache e alla storia del movimento neofascista perché insieme a Simone Di StefanoAntonio Smedile e Alessandro Giombini è stato protagonista del blitz che il 27 dicembre del 2003 occupò, forzando il portone e rompendo la serratura, il palazzone romano in via Napoleone III, al civico 8.

 

Nel 2004, inoltre, insieme al leader Gianluca Iannone é stato imputato e poi prosciolto per il pestaggio di un carabiniere in borghese a Predappio nel 2004 in occasione dell'anniversario della morte del Duce. Ma non solo, nel consiglio di amministrazione siede anche la moglie del presidente Gianluca Iannone, Maria Bambina Crognale, imprenditrice della ristorazione che assieme al marito è socia della catena di ristoranti “Angelino, dal 1899” con sedi, oltre a quella storica di via Capo d’Africa, a Milano, a Malaga in Spagna e a Lima in Perù. Già candidata a presidente della lista Casapound Italia alle elezioni del municipio I nel 2013.

 

Da Roma alla Lombardia. La onlus Bran.co (Branca comunitaria),  emanazione dell'organizzazione di estrema destra Lealtà Azione, nel 2022 ha incassato 7.385,05, una quota simile raccolta nel 2021 (7.697,18) come nel 2020 (7.104,44). Già nota per iniziative anti-abortiste e in difesa della famiglia tradizionale, Lealtà e Azione è un’organizzazione di estrema destra che si ispira al pensiero di Leon Degrelle, generale delle Waffen SS e di Corneliu Codreanu, fondatore della Guardia di ferro rumena, movimento nazionalista e antisemita degli anni Trenta. «Tra i fondat­ori di Lealtà e azione compaiono Giacomo Pedrazzoli e Stefano Del Miglio, pluricondannati per lesioni volontar­ie e accoltellamenti», come aveva raccontato a L’Espresso, il consigliere regionale della Lombardia Luca Paladini, fondatore dei Sentinelli di Milano denunciando un patrocinio oneroso della regione a un’iniziativa legata al gruppo neofascista. 

Nata nel 2010 a Milano, con varie sedi in Lombardia e molto diffusa nel centro nord, contro questa realtà Anpi si è più volte espressa: «Il collegamento tra Lealtà e Azione e le sue organizzazioni tematiche non è mai nascosto - proseguiva Anpi -. L’importante inchiesta Galassia nera a cura di Anpi nazionale dimostra come dietro le organizzazioni che apparentemente svolgono opere di solidarietà e socializzazione, si nasconda la diffusione dei disvalori del fascismo e del nazismo. Tali organizzazioni si ispirano a quanto di più distante si ritrovi nella costituzione italiana, nata dalla Resistenza e completamente antifascista».

 

Per i più nostalgici poi, c’è la "Fondazione Repubblica sociale italiana - istituto storico", ente che porta avanti la memoria della Rsi. Come già raccontato da Repubblica l'attività di "promozione" e "valorizzazione" della fondazione è chiara sin dal nome del glorificato “Fondatore”: Benito Mussolini. Un fondazione che contiene l'"albo caduti e dispersi" della Rsi, una sezione specifica con la rivista "Acta", di ispirazione dichiaratamente fascista. E una serie di tesi di laurea sulla Repubblica sociale in cui partigiani vengono definiti "mercenari" e "disertori" che colpivano alle spalle i soldati che difendevano la nazione. Un flusso costante di soldi che arriva a 9.119,60 nel 2022, sulla scia degli anni precedenti: 2021 (9.344,40), come nel 2020 (9.852,00).