Prosegue la cronaca per immagini del conflitto. Visto da una giornalista ucraina e da un artista russo

“Sento che sto invecchiando. Da quando è scoppiata la guerra ho notato nuove rughe intorno agli occhi. Anche i miei amici sembrano diversi: la pelle è più pallida, i loro occhi sono diventati più scuri, la loro voglia di vivere è sparita”.

 

È il momento della stanchezza, della solitudine, dell’impotenza per una fine che non si intravede. E K., giornalista ucraina, fa per la prima volta i conti con quanto fisicamente la guerra l’abbia cambiata. Prosegue “Diaries of war”, il reportage di parole e immagini che l’illustratrice Nora Krug sta realizzando dall’inizio della guerra in Ucraina, e che L’Espresso sta pubblicando in esclusiva per l’Italia, contemporaneamente ad altre testate internazionali.

 

Leggi le puntate precedenti della graphic novel

 

Il resoconto della quotidianità, stravolta e intrappolata nella violenza, di chi vive nel Paese invaso, ma anche tra gli oppositori alla guerra nel Paese invasore. È D., artista, a incarnare il dissenso russo. In cerca di un trasferimento della sua famiglia in Lettonia, per vivere senza la continua minaccia di censure, si interroga sulla sua generazione, costretta ad addossarsi la responsabilità del conflitto, e sugli effetti sui bambini: tra disinformazione e quella parola insistente - “guerra”- che prima a casa non usavano mai.

 

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