Doveva essere trasparente e inattaccabile. Invece, come ha scoperchiato la nostra inchiesta, si è rivelata la prima selezione della storia a essere bocciata con una sentenza del Tar del Lazio

Fughe di notizie, dono dell’ubiquità per i membri delle commissioni, software impazziti. E ancora: schede di valutazione create prima della correzione delle prove scritte. Commissari finiti sotto indagine, dopo l’inchiesta de L’Espresso, per avere firmato il falso e un’indagine aperta dalla Procura di Roma. Eccolo l’indice per punti del concorso per dirigenti scolastici: prima presentato dal Miur come una delle selezioni che avrebbero cambiato l’Amministrazione pubblica: un concorso celere, trasparente e inattaccabile come mai se n’erano visti nella Repubblica italiana e invece verrà ricordato come il primo nella storia a essere stato bocciato con una sentenza del Tar del Lazio, seppur in prima istanza, al momento. Ma il 2 settembre i neopresidi si sono seduti alle loro scrivanie e adesso attendono il suono della campanella scolastica, merito della sospensiva chiesta dall’ex ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. Il Tar del Lazio ha dato quindi il via alle assunzioni, motivando la scelta non con il corretto svolgimento della prova ma con un: “sulla base di un bilanciamento di tutti gli interessi in conflitto ed alla luce di una valutazione comparativa degli effetti scaturenti dall’esecuzione”. Tradotto: annullare il concorso significherebbe per tremila scuole rimanere senza una reggenza. La parola merito è stata sostituita con necessità, anche se il 12 marzo 2020 il Consiglio di Stato potrebbe mettere nuovamente in discussione la selezione scritta e annullare definitivamente la prova scritta.

Una vicenda surreale tutta da chiarire che L’Espresso nei mesi scorsi ha documentato con inchieste in esclusiva, analizzando i verbali di tutte le sottocommissioni ed esaminando alcune prove scritte incriminate. Al momento si contano un centinaio di verbali sospetti tutti finiti sulla scrivania del pubblico ministero Desiree Digeronimo.

Tra le anomalie più eclatanti c’è il software usato, ideato da Cineca, azienda partecipata dal ministero di Viale Trastevere. Bocciato con una sentenza del Tar già nel 2016, abolito nei test di medicina perché considerato inattendibile e nonostante questo utilizzato dal Miur per la selezione dei dirigenti scolastici. Fogli cancellati a metà, colpa di un “conferma e procedi” che non ha funzionato. In molti hanno fatto verbalizzare l’accaduto, altri hanno protestato con i tecnici dell’aula nel momento in cui hanno dovuto consegnare la prova praticamente in bianco.

C’è poi il sindaco di Alvignano Angelo Francesco Marcucci, finito sotto i riflettori, dopo che mentre era intento a correggere le prove presiedeva allo stesso orario anche la seduta della Giunta comunale, dovendo in teoria essere presente in due luoghi distanti 40 minuti d’auto. E ancora fughe di notizie durante le correzioni delle prove, nonostante tutto dovesse essere blindato con messaggi finiti su Forum internet appositamente dedicati. Infine i verbali ancora sotto analisi. Adesso sarà il Consiglio di Stato a dover decidere e la Procura di Roma a considerare gli illeciti.