La selezione per i dirigenti scolastici andrà rifatta: lo ha deciso il Tribunale amministrativo dopo le tante irregolarità segnalate dalle nostre inchieste e dai ricorsi

Troppe irregolarità, il concorso per i nuovi dirigenti scolastici è da rifare. A deciderlo è stato il Tar del Lazio che ha accolto il ricorso dei tanti candidati che avevano denunciato troppe stranezze.

Le stesse che sono state al centro di due inchieste dell'Espresso, a firma di Elena Testi, che nelle scorse settimane hanno fatto esplodere il caso e puntato i riflettori sulla selezione: commissari "ubiqui", software impazziti, risultati anticipati sui social e molto altro.

Al concorso, che metteva a disposizione 2.900 posti, hanno partecipato 15 mila persone: 9.600 hanno superato le prove preselettive e 3.800 gli scritti, con gli orali in via di conclusione. Della Commissione esaminatrice, secondo la decisione del Tar, facevano parte persone che versavano in condizione di incompatibilità, e «ne consegue che la presenza di tali membri rende illegittimo l'operato della commissione nella parte in cui sono stati fissati i criteri di valutazione»; inoltre «ne discende ulteriormente che tale illegittimità si riverbera a cascata sull'operato di tutte le commissioni, essendo stati i criteri di valutazione definiti da organismo illegittimamente formato».

Contro la decisione dei giudici della sezione Terza bis, il Ministero dell'Istruzione sta già predisponendo l'appello con l'Avvocatura dello Stato. Secondo fonti ministeriali, il Tar ha accolto il ricorso sulla base di una censura infondata; in particolare, non sussisterebbero i presupposti per la ritenuta incompatibilità di alcuni commissari.

Ora il ministero punta a una sospensiva in via d'urgenza, con la speranza di portare in salvo il
concorso.