Chiusi in grandi gabbie di ferro e lasciati soli per giorni e giorni: la politica adottata dall'amministrazione americana nei confronti dei figli degli immigrati che hanno superato illegalmente il confine con il Messico indigna e fa scatenare la rivolta dei grandi quotidiani nazionali

«Guardare il presidente Trump accusare i Democratici per la pratica disumana della sua amministrazione di strappare al confine i bambini immigrati ai propri genitori, è come quel marito violento che incolpa la moglie per le botte che le rifila». Con questa immagine si apre l'editoriale del New York Times che condanna la politica di “tolleranza zero” voluta dal presidente americano. Chi supera illegalmente la frontiera tra Stati Uniti e Messico va fermato e respinto. Ma a questo si aggiunge una pratica ritenuta crudele da molti: gli adulti vengono messi in cella, senza i loro figli, che vengono portati in centri detentivi appositi, in attesa di sapere se verranno rimandati nel loro Paese d'origine.
 
Nelle ultime settimane sono stati almeno duemila i minori stranieri costretti a stare lontani per diversi giorni dai loro cari. I giornalisti dell'Associated Press, ammessi a visitare uno di questi centri nel sud del Texas, hanno parlato di «gabbie fatte di reti di metallo» al cui interno si trovano decine di bambini tra «bottiglie d'acqua, coperte termiche e patatine fritte».

La rivista The Atlantic scomoda addirittura una tragedia dell'Antica Grecia, l'Antigone di Sofocle, per commentare ciò che sta accadendo: Creonte, re di Tebe, fa rinchiudere la nipote in una grotta perché aveva tentato di seppellire il corpo di suo fratello Polinice, nonostante il tiranno avesse ordinato che il cadavere fosse abbandonato fuori dalle mura della città per motivi di sicurezza e come monito per la popolazione. «L'amministrazione Trump – scrive Quinta Jurecic – non ha ideato nulla di così crudele. Ma quando giustifica l'allontanamento dei genitori migranti dai loro figli, sta parlando il linguaggio di Creonte». Quella del presidente «non è una scelta tra ordine e disordine, ma una decisione tra misericordia e crudeltà. Tra le molte lezioni di Antigone – ricorda The Atlantic – è che la legge applicata troppo duramente diventa crudeltà».

E le voci negative nei confronti della tolleranza zero si stanno alzando anche dal fronte conservatore. Bill O'Reilly, giornalista ex Fox News e commentatore politico spesso allineato con le posizioni di Trump, ha scritto che «l'Amministrazione questa volta non vincerà e dovrebbe cambiare subito rotta» facendo notare che «il governo dovrebbe sapere quanto sia brutto questo aspetto e quanto i bambini innocenti stiano realmente soffrendo». Un argomento che sta a cuore anche alle tre ex first lady, Laura Bush, Hillary Clinton e Michelle Obama, che in varie interventi hanno criticato apertamente la linea dura portata avanti dall'attuale presidente.

Il Washington Post racconta invece la storia di John Moore, il fotografo che ha scattato una delle immagini simbolo di questa vicenda. Una bambina di due anni che piange mentre un'agente di frontiera blocca e perquisisce la madre nel sud del Texas. «Avrei solo voluto farla smettere di piangere» racconta il fotografo, uno dei pochi testimoni oculari che possono realmente raccontare le sofferenze patite da queste persone. Moore da anni lavora al confine tra Usa e Messico per descrivere attraverso le immagini le storie di chi tenta di entrare in modo illegale negli Stati Uniti. Poco prima del fermo, il fotografo era riuscito a scambiare qualche parola in spagnolo con la madre della bambina: «Mi ha raccontato che hanno viaggiato per un mese e che provenivano dall'Honduras. Posso solo immaginare quali pericoli abbia dovuto affrontare, da sola con la bambina». Subito dopo gli agenti le hanno fatte salire su un van insieme a tante altre persone: «Non so come sia andata a finire, temo le abbiano separate di nuovo».