La nuova inchiesta giornalistica internazionale svela 1.400 società anonime utilizzate per spogliare le risorse naturali del continente nero. Petrolio, gas, oro, diamanti: ecco come i soldi sottratti alle popolazioni in miseria finiscono nei paradisi fiscali. Tra corruzioni, guerre, colpi di stato e riciclaggio di denaro sporco

Ecco i nuovi Panama Papers: l'Africa saccheggiata dalle offshore dei potenti. Tre mesi dopo aver svelato migliaia di società anonime utilizzate dai ricchi del mondo per spostare profitti e patrimoni nei paradisi fiscali a tassazione bassissima o nulla, una nuova inchiesta internazionale dei giornalisti associati al consorzio Icij mette a nudo gli affari segreti di politici, militari, dirigenti statali, manager e imprenditori che si spartiscono le enormi risorse naturali del Continente nero.

Attraverso l'analisi dei documenti riservati dell'archivio di Mossack Fonseca, lo studio legale con base a Panama specializzato nella creazione di anonime società-schermo per migliaia di clienti di tutto il pianeta, i giornalisti aderenti all'International Consortium of Investigative Journalists, di cui fa parte l'Espresso in esclusiva per l'Italia, hanno identificato oltre 1.400 offshore collegate direttamente alle ricchezze dell'Africa.

Sono società che permettono ai titolari di sfruttare materie prime e risorse naturali in ben 44 dei 54 Stati africani: soprattutto petrolio, gas, oro, diamanti e altri metalli preziosi. Attraverso le offshore, i profitti vengono sottratti alle popolazioni locali e dirottati in lontani paradisi fiscali come British Virgin Islands, Seychelles o Dubai. Il regime legale di segretezza che caratterizza queste società- cassaforte aveva finora garantito il più assoluto anonimato ai ricchissimi proprietari delle 1.400 offshore, utilizzate anche per nascondere l'identità dei protagonisti di colossali casi di corruzione e riciclaggi di denaro sporco. Alcuni di questi affari africani sono al centro anche di indagini giudiziarie avviate dalle autorità africane o da magistrati di altri Paesi come Stati Uniti, Svizzera, Gran Bretagna e Italia.

PanamAfrica è il nome in codice di questa nuova inchiesta giornalistica, che parte sempre dall'archivio delle società registrate fino al 2015 dallo studio Mossack Fonseca: oltre 120 mila offshore costituite dai professionisti di Panama ma collocate anche in molti altri paradisi fiscali. Dopo gli articoli pubblicati nel maggio e aprile scorsi sulle società-cassaforte utilizzate per finalità di evasione o elusione fiscale, PanamAfrica ora spiega come le offshore vengono utilizzate per spogliare il Continente nero delle sue ricchissime risorse, mentre milioni di uomini, donne e bambini africani sono costretti a vivere in condizioni disumane, tra fame, miseria, disastri ambientali, terrorismo e guerre spesso collegate a inconfessabili moventi economici.

Gli articoli pubblicati a partire da oggi sul sito de l'Espresso documentano i primi risultati di questa nuova inchiesta giornalistica internazionale. Ci sono le offshore segrete dei faccendieri che hanno ottenuto da ministri corrotti le licenze per sfruttare i giacimenti di gas e petrolio in Algeria o le miniere della Repubblica Democratica del Congo. C'è la storia del playboy, amico di molte stelle del cinema e della musica, che è diventato miliardario con il petrolio in Nigeria, dove ora è sotto accusa per una rovinosa bancarotta da 1.800 milioni di dollari. Ci sono i retroscena economici dei grandi safari: ogni anno milioni di turisti visitano le savane nella convinzione di beneficiare la popolazione locale, mentre i profitti vengono in realtà dirottati all'estero in anonimi forzieri offshore. E c'è la vera storia dei diamanti insanguinati della Sierra Leone.

All'inchiesta PanamAfrica hanno partecipato oltre quaranta giornalisti di testate europee e africane appartenenti a venti nazioni diverse.