I cittadini americani vorrebbero una distribuzione diversa della ricchezza, almeno secondo alcuni studi. Ma poi il voto premia altri programmi. Per questo un'America guidata dal senatore socialista esiste solo in teoria
C’è un’America ipotetica in cui avrebbe vinto
Bernie Sanders, il “socialista” che per un tratto di primarie incalzò Hillary Clinton. È l’America in cui a ogni elettore sarebbe stata imposta una rigorosissima dieta mediatica, somministrandogli solo le informazioni più strettamente inerenti ai suoi interessi e progetti di vita nel campo aperto delle opportunità dove ognuno parte da zero.
Il “gioco” è stato fatto qualche anno fa da due docenti: Dan Ariely della Duke University e Mike Norton della Harvard Business school. I due ricercatori hanno effettuato un esperimento su un campione di americani da cui è emerso non solo che gli intervistati non conoscevano affatto la vera distribuzione di ricchezza nel loro Paese, ma che potendo scegliere avrebbero optato per una società fortemente orientata verso modelli di distribuzione della ricchezza “scandinavi”.
L’esperimento risale al 2012, ma tutto lascia supporre - visto il trend delle diseguaglianze - che oggi i risultati sarebbero analoghi se non più spinti verso modelli “di sinistra”.
Ma si tratta di un’America altamente teorica appunto, filosofica. I due ricercatori si sono basati infatti sul pensiero di
John Rawls, dai più considerato uno dei maggiori filosofi politici del ’900. E in particolare sull’idea di “velo di ignoranza”. Vale a dire che i modelli di distribuzione della ricchezza proposti ai cittadini campione, attraverso la domanda su quanta ineguaglianza sarebbero stati disposti ad ammettere, dovevano essere scelti sulla base dell’idea che nessuno degli interpellati avrebbe dovuto conoscere la propria posizione sociale. È al riparo di questo “velo” che il campione è stato testato su come avrebbe preferito veder distribuita la torta. E il risultato è stato inequivocabile: gli interpellati, nella misura del 92 per cento, avrebbero voluto una società molto più equa, addirittura più di quelle “scandinave”. Non solo: i valori percentuali si discostavano di pochissimo tra gli elettori democratici e quelli repubblicani.
«Tutto questo», scrisse Dan Ariely, «mi fa pensare: come è possibile che nei nostri studi sembra che le persone vogliano una società più equa e quando si guarda all’ideologia politica così non sembra? Credo che questo sia un po’ come una degustazione di vino alla cieca. Quando si assaggia un vino e si conoscono etichetta e prezzo, si verrà influenzati da questo. E quando si assaggia un vino alla cieca, non si ha più nulla su cui basarsi e si usano veramente i propri sensi».
Ma gli elettori non sono sommelier, né in America né altrove. E all’anziano senatore del Vermont è rimasta la soddisfazione di una testimonianza. La sua America, per ora, resta confinata nei testi di John Rawls e nei “giochi” degli accademici liberal.