Negli anni Ottanta c'era chi vendeva calamite 'acchiappagrasso'. Ora vanno di moda le bacche di acai, le tisane, i cerotti. Ma in molti casi si tratta solo di marketing

Non esistono solo metodi dimagranti bizzarri, indicazioni astruse su cosa mettere a tavola o regimi alimentari che fanno inorridire i dietologi. Il mercato del perdere peso a tutti i costi e con pochi sacrifici sforna ogni anno attrezzi miracolosi, pillole sazianti, aggeggi rassodanti. Anche in questo caso si tratta di bufale, di accorgimenti che da soli non servono a nulla, se non a spendere soldi, quelli dell’acquisto. All’inizio fu la calamita acchiappa grassi a spopolare fra chi voleva perdere peso: era la fine degli anni Ottanta e c’era chi acquistava un magnete che, se passato sopra i cibi prima di mangiarli o cucinarli, assorbiva i grassi superflui.

L’Healthy Weight Network, un ente privato che negli Stati Uniti tiene sotto controllo il mercato delle diete e del benessere, ha stilato la classifica delle peggiori illusioni dimagranti degli ultimi 24 anni. Ne abbiamo selezionati alcuni fra quelli ancora in commercio.

Disco rotante
La pubblicità mostra giovani donne e uomini, perfettamente allenati, che faticano e sudano non poco muovendosi su un disco di metallo attaccati a un manubrio. L’Ab circle pro è un attrezzo per fare ginnastica, nulla di più. Lo slogan pubblicitario affermava: «bastano tre minuti al giorno di esercizio per dimagrire circa cinque chili in due settimane». La Federal Trade Commision, l’ente che negli Usa difende i consumatori, ha condannato l’azienda produttrice a risarcire chi l’avesse comprata, fino a un massimo di 25 milioni di dollari complessivi.

Bacche di acai
Le aziende che le producono solo molte, e alcune negli Usa sono state condannate a risarcire i consumatori
che le avevano acquistate pensando di poter calare di qualche chilo solo ingerendole. Si tratta di bacche energizzanti, ricche di antiossidanti, che vengono spacciate anche per dimagranti. In realtà la loro azione da sola non può indurre perdita di peso, e mancano anche le prove scientifiche degli effetti sulla salute umana. 

Cristalli
A lanciarli è stata una ricerca condotta dalla Smell and Taste Treatment and Research Foundation, un ente privato il cui direttore è anche l’inventore dei cristalli in questione. L’idea è semplice, e quanto mai suggestiva: per dimagrire non serve mangiare di meno, basta condire le pietanze con questi cristalli che danno sapore e favoriscono il senso di sazietà. Inutile dire che la Federal Trade Commission non ci ha creduto, e ha multato anche loro.

Brucia grasso
Sono fra i prodotti dimagranti più longevi, e la forza del loro messaggio è davvero dura a morire, nonostante l’assenza di prove scientifiche della loro efficacia. Basta ingerire le pasticche in questione e il grasso localizzato dovrebbe iniziare a sciogliersi così come aumenterebbe la tonicità muscolare. Ovviamente, per ottenere l’effetto, è necessario fare attività fisica e non abbuffarsi. Attenzione: più di una volta le autorità europee hanno sequestrato lotti di questi prodotti perché contenevano sostanze pericolose, come
la subutramina, farmaco antiobesità.

Ah, la tisana
Le tisane dimagranti sono un must per gli appassionati di diete: nel corso dei decenni si sono susseguite marche e nomi famosi. In origine fu Herbalife e a seguire arrivarono tutti gli altri. Anche qui il claim non può promettere miracoli senza attenersi a una dieta ipocalorica e fare movimento. Esistono diversi documenti dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che denunciano la pericolosità di alcuni di questi prodotti.

Cerotti e bende
È sicuramente lo scenario più allettante: dimagrire senza dover rinunciare a mangiare quello che piace, senza fare attività fisica, senza ingerire pasticche o bibitoni, ma stando comodamente distesi incerottati o bendati a dovere. La perdita di peso avviene grazie al passaggio  di alcune sostanze dalle bende alla pelle, e quindi al loro assorbimento. Si tratta di sostanze che cambierebbero il metabolismo locale permettendo così
al corpo di bruciare i grassi. Nel corso degli anni il Garante della Concorrenza e del Mercato è intervenuto più volte dichiarando questi messaggi pubblicitari ingannevoli.