Tutti i misteri ricorrenti, i segreti, le curiosità, sullo scrittore giapponese, autore della trilogia cult 1Q84 raccolti in un libro. Una sorta di enciclopedia narrativo-fiabesca che nulla a che fare con un saggio: poche teorie e moltissime informazioni spicciole

Perché nei romanzi di Murakami Haruki ci sono sempre universi paralleli? Quando ha cominciato a raccontare storie di nani? Perché vi arrivano sovente visitatori da un altro mondo? Perché vi compaiono decine di sensitivi o figure sciamaniche? Perché i gatti sono un motivo narrativo? Perché il sesso è diventato così presente negli ultimi libri? Come spiegare i misteri di “1Q84”? Quali scrittori americani ha tradotto, e perché? La risposta a questi come ad altri interrogativi, che riguardano lo scrittore giapponese probabile premio Nobel nei prossimi anni, si trovano in un curioso libro pubblicato da un professore di letteratura giapponese, Tsuge Teruhiko, uno dei maggiori esperti della letteratura contemporanea del suo Paese: “I segreti di Murakami” (Vallardi, traduzione di Ramona Ponzini, pp. 199, € 12,90).

Lo stile è singolare: una sorta di enciclopedia narrativo-fiabesca. Niente a che fare con i saggi sugli scrittori cui siamo abituati in Europa. Nessuna teoria, ma molte informazioni spicciole, alcune di tipo biografico (quando Murakami ha smesso di scrivere con la penna e ha cominciato a usare il computer? Perché ha abbandonato il Mac?), altre che mettono invece a confronto Murakami con gli scrittori della sua generazione.

Figlio di un monaco buddista, proprietario di jazz bar, aperto con la moglie, appassionato della corsa, Murakami usa una lingua abbastanza diversa dal giapponese tradizionale scritto; per questo più facile da tradurre; afferma Teruhiko che i romanzi sono scritti con parole chiare e semplici, per quanto lo stile sia sempre fantasioso, ricco di battute e metafore. Nel suo saggio narrato il professore spiega altri misteri dello scrittore giapponese, e insieme le ragioni del successo internazionale di un autore che è vissuto a lungo fuori dal suo Paese, eppure lo interpreta in modo profondo. Per Murakami, il più pop dei grandi scrittori in attività, il sesso è la chiave dei rapporti umani e l’atto sessuale prima di tutto un rito.

A questi temi è approdato a poco a poco, dopo la scrittura del terzo e quarto romanzo; a partire da “La fine del mondo e il paese delle meraviglie” e “L’uccello che girava le viti del mondo” il suo universo fantastico è cambiato profondamente, sino ad arrivare a libri decisivi come “Norwegian Wood” e “Kafka sulla spiaggia”. Teruhiko ci introduce con garbo orientale a questi misteri.