111 voti contrari. 67 favorevoli. Az-Iv non ha partecipato al voto. Scoppia la bagarre in Aula. L’intervento: «Ho detto la verità e chi dice il contrario mente sapendo di mentire»

Con 111 voti contrari e 67 favorevoli e nessun astenuto la mozione di sfiducia alla ministra Daniela Santanchè è stata respinta. Az-Iv non ha partecipato al voto.

 

«Questa è stata una bellissima giornata», ha detto appena uscita dall’aula la ministra del Turismo, che si era difesa durante la discussione: «Ho detto la verità e chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Per la seconda volta mi trovo in quest'aula per difendermi da accuse giornalistiche rivolte alla mia persona. Già il 5 luglio ho esposto i fatti con chiarezza. Mi permetto di ribadire che quando sono venuta in Senato non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia dalla Procura. Ho difficoltà una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro, e che ha come oggetto fatti antecedenti il mio giuramento e per i quali ritengo già di aver chiarito tutta la verità».

 

La mozione che chiedeva le dimissioni della ministra era stata presentata dal M5S dopo il caso Visibilia e Ki Group. «Condotte spregiudicate che non possono essere proprie di un Ministro. E una tendenza a considerare le regole del mercato e le regole sindacali e previdenziali come orpelli di impaccio alla libertà imprenditoriale», si leggeva nel documento presentato dal capogruppo Stefano Patuanelli e sostenuto da Pd e Avs.

 

Il dibattito è stato acceso come da copione. «Vergogna, vergogna» hanno gridato i senatori del centrodestra contro Ettore Licheri, del M5s che ha concluso il suo intervento dando dei «pagliacci» alla maggioranza. A cui è seguito uno scontro verbale tra Walter Verini del Pd e il presidente del Senato Ignazio La Russa: «La ministra ha dato l'impressione di tenere più a se stessa che alle istituzioni – ha dichiarato il dem - perché se tenesse alle istituzioni non terrebbe il ministro per la protezione civile qui ad ascoltare questo dibattito mentre la Sicilia brucia».

 

Partono gli applausi dai banchi di Pd e M5s, i toni si alzano. Il senatore Ettore Licheri del M5s si alza dal suo posto. «Licheri l'ho già richiamata all'ordine si accomodi», lo rimprovera La Russa prima di rivolgersi a Verini: «il riferimento a dove è il ministro non è corretto». «Presidente lei è qui a presiedere non a fare esegesi del nostro pensiero. non deve usare questa carica in modo discrezionale», replica Verini. «Non faccio esegesi, - assicura La Russa - non l'ho interrotta difatti, ho interrotto l'interruzione. Proseguite con la stessa correttezza con la quale oggi, con qualche piccola eccezione, abbiamo svolto i nostri lavori». «Da noi la esercitiamo la correttezza», chiude il dem.